Scarpe rotte e toppe alla sottana,
ma la più amata è ancora la Befana

Scarpe rotte e toppe alla sottana, ma la più amata è ancora la Befana
2 Minuti di Lettura
Domenica 2 Gennaio 2011, 19:15 - Ultimo aggiornamento: 19:16
ROMA (2 gennaio) - Adorata dai bambini che la vedono come una nonna buona dispensatrice di dolci e caramelle, condannata senza appello dalla Chiesa perch, con i suoi vagabondaggi notturni, offusca l'arrivo dei re Magi proprio nella stessa notte, e da sempre rappresentata con un naso bitorzoluto e un fazzoletto che proprio non le dona: da quando esiste, la Befana non ha mai avuto vita facile. Il suo nome deriva da Epifania (manifestazione della divinità), ma le sue origini tutte italiane, che si perdono nella notte dei tempi, discendono da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fondono con elementi folcloristici e cristiani.



Come altre tradizioni popolari italiane, molti le attribuiscono un'origine 'ruralè pagana. Anticamente, infatti, nella dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale che coincide con la fine delle festività natalizie, si celebrava la morte e la rinascita della natura attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio Madre Natura, stanca dopo aver speso tutte le sue energie nel corso dell'anno, si manifestava sotto forma di una vecchia ma benevola strega che, ormai rinsecchita e decrepita, solcava i cieli con una scopa. Il suo aspetto orrendo la rendeva figura ideale per essere vittima sacrificale, pronta ad essere bruciata come un ramo per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come una giovinetta dando origine ad un nuovo, proficuo anno.



Ma vi sono anche altre ipotesi sulle origini della vecchietta vestita di stracci, come quella, particolarmente suggestiva, che ricollega la Befana con una festa romana che si svolgeva all'inizio dell'anno in onore di Giano e di Strenia (da cui deriva il termine strenna) e durante la quale si scambiavano regali propiziatori. Nonostante l'aspetto poco seducente, la vecchietta magica viene spesso strettamente connessa con le figure femminili, intese in senso propiziatorio, che secondo la tradizione sorvolavano i cieli all'inizio dell'anno lunare pronte a sacrificarsi. Gli antichi Romani pensavano che a guidarle fosse Diana, dea lunare legata alla vegetazione, mentre altri la ricollegano ad una divinità misteriosa chiamata Satia (dal latino satiaetas, sazietà) o Abundia (da abundantia). Se le origini della Befana sono discusse, l'iconografia è invece, da sempre la stessa: «La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana... viva viva la Befana!», recita una celebre filastrocca popolare, sottolineando il look poco avvenente ma anche l'affetto popolare nei suoi confronti.