"Pagavano per aiutare la 'Ndrangheta": due avvocati salentini accusati di concorso esterno in mafia

"Pagavano per aiutare la 'Ndrangheta": due avvocati salentini accusati di concorso esterno in mafia
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Giovedì 22 Ottobre 2015, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 17:26
Ci sono anche due avvocati salentini nell'inchiesta sulla 'Ndrangheta calabrese della zona di Crotone: si tratta dei fratelli Benedetto Giovanni e Lucia Stranieri, entrambi di Salve ma operanti, rispettivamente, nei fori di Roma e di Taranto. Sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.



L'inchiesta è legata all'operazione "Kyterion" con cui la Procura di Catanzaro, lo scorso gennaio, aveva sgominato il clan della zona di Cutro, nel Crotonese, e di alcuni centri della provincia di Catanzaro: 33 gli arresti eseguiti in quell'occasione dai carabinieri. Cinquanta le persone che compaiono nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato in questi giorni: tra queste, appunto, anche i due avvocati originari del Basso Salento.



Benedetto Giovanni Stranieri, 52enne ed ex maresciallo dei carabinieri, è accusato di aver "agganciato" alcune persone vicine agli ambienti della Corte di Cassazione allo scopo di ottenere, pagando in denaro, un trattamento speciale per un presunto boss della 'Ndrangheta imputato per omicidio. Il presunto boss, grazie all'operato dell'avvocato salentino sarebbe riuscito ad ottenere anche il trasferimento in un carcere vicino al suo paese in Calabria.



Ma non è tutto, perché il 52enne sarebbe anche riuscito ad ottenere, per lo stesso Abramo, il suo trasferimento dal carcere di Sulmona (dove quest’ultimo si trovava recluso alla data dei fatti) ad uno più vicino alla sua famiglia, in Calabria.



La sorella 37enne, Lucia Stranieri, è invece accusata di aver avvicinato - su richiesta del fratello - gli stessi soggetti della Corte di Cassazione.