Pordenone, "L'omicida? Divorato dal rancore
e dall'odio, ma freddo e lucido"

Pordenone, "L'omicida? Divorato dal rancore e dall'odio, ma freddo e lucido"
di Susanna Salvador
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Domenica 25 Ottobre 2015, 19:13
PORDENONE - Cosa avevano in Comune Trifone Ragone e Giosuè Ruotolo, l’unico indagato per il duplice omicidio del palazzetto dello sport? Non è un segreto che i due erano commilitoni, in servizio alla caserma De Carli di Cordenons seppure con mansioni diverse; che tutti e due avevano superato l’esame per entrare nella Guardia di finanza e per un periodo (prima che Trifone conoscesse Teresa Costanza e decidesse di andare a vivere con lei) abitavano in quell’appartamento di via Chioggia dove i carabinieri del Ris hanno cercato ogni piccola traccia utile alle indagini.







Di amicizia tra i due non se n’è mai parlato. Perché amici non erano, piuttosto conoscenti assai diversi nel carattere, nella personalità e negli interessi. Due mondi agli antipodi, hanno detto familiari e amici di Trifone e Teresa, con poco o nulla in comune.



Gli inquirenti hanno scavato a fondo nella vita delle due vittime e in quella di Ragone, alla ricerca del più piccolo dettaglio che potesse portare un po’ di luce nel possibile movente del duplice omicidio, portato a termine con una freddezza e una lucidità degna di un professionista o di una persona divorata dal rancore e dall’odio. Sentimenti forti, come follemente tragica è stata la decisione di andare al palazzetto dello sport con la pistola appresso, di aspettare l’uscita dei due fidanzati dalla palestra di pesistica e di attendere ancora che Teresa e Trifone entrassero in auto per scaricare loro addosso quella rabbia raccontata dai proiettili di una vecchia Berretta 7,65. Uno dopo l’altro senza alcuna interruzione. Ma se l’odio che il caporale covava per quel commilitone alto, bello e pieno di vita era così abnorme, è possibile che nessuno tra gli amici, soprattutto della caserma, non si sia mai accorto di quel sentimento comunque devastante? ...