Atac non paga, stangata per i pendolari: dopo
Fs anche Cotral potrebbe uscire da Metrebus

Atac non paga, stangata per i pendolari: dopo Fs anche Cotral potrebbe uscire da Metrebus
di Flavia Scicchitano
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Lunedì 26 Ottobre 2015, 03:14 - Ultimo aggiornamento: 09:02
Doppia stangata sul trasporto pubblico. Dopo Trenitalia, anche Cotral è pronta a lasciare Metrebus, con un contraccolpo pesantissimo sul costo degli spostamenti, soprattutto per i pendolari delle periferie. Dal 1 gennaio 2016, infatti, i biglietti (1,50) e gli abbonamenti (35 euro mensili) potranno essere utilizzati solo per corse su autobus e metro.





Per viaggiare sui treni regionali metropolitani bisognerà acquistare un altro ticket con un aumento dei costi del 65%. Per lo scorporo dei bus extraurbani, invece, l'aggravio è del 20%. Tra poco più di due mesi, quindi, un tragitto sulla Fl1 Fiera di Roma-Settebagni, Fl2 Termini-Lunghezza, Fl3 Ostiense-Cesano, Fl4 Termini-Capannelle, Fl5 Termini-Aurelia, Fl6 Termini-Colle Mattia, Fl7 e Fl8 Termini-Torricola (le 8 linee fuori dal bit) potrebbe costare 2 euro in più, a/r, per ogni giorno di lavoro.



Il motivo: «Il debito di 49,5 milioni dell'Atac nei confronti di Trenitalia - ha spiegato venerdì l'ad Trenitalia, Antonio Soprano. poi la falsificazione e duplicazione di titoli di viaggio, l'impossibilità di avere controllo sul sistema di stampa e distribuzione della quota parte di biglietteria cartacea e l'impossibilità di emettere e verificare i titoli elettronici a bordo treno per il rifiuto di condividere le chiavi del sistema».



Ma ieri a minacciare l'uscita è stata anche Cotral, che vanta «nei confronti di Atac 120 milioni di crediti: soldi incassati per servizi resi da Cotral e mai ridistribuiti. Il 1 gennaio è l'ultima data possibile prima di disdettare Metrebus - ha detto l'ad di Cotral, Arrigo Giana - intraprendendo in questi mesi tutte le azioni legali per recuperare la quota. Una nuova organizzazione del sistema, solo se la gestione verrà affidata ad un soggetto terzo rispetto al quale le aziende aderenti avranno la stessa possibilità di controllo».



Ed esplode la rabbia dei pendolari: «Non solo ritardi, corse saltate, treni stracolmi e disagi, adesso paghiamo anche di più. Oltre al danno la beffa». Una beffa che rischia di esser un salasso da più di 400 euro annui per servizi non proprio d'eccellenza (vedi il caos di giovedì).
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