Italia, la novità certa è Gattuso
La tentazione è Quagliarella

Cannavaro e Lippi in conferenza stampa
Cannavaro e Lippi in conferenza stampa
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Mercoledì 23 Giugno 2010, 21:58 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 21:53
ROMA (23 giugno) - Partita comprata con la Slovacchia? Mi vien da ridere. Cos Fabio Cannavaro ha risposto a chi gli chiedeva cosa penserebbe se qualcuno gli chiedesse se l'Italia ha comprato la partita con la Slovacchia. Riterresti che uno scherzo o che è una domanda da matto? è stato chiesto al capitano. «Allora vuol dire che pensi che sia matto chi te lo chiede» ha chiosato il ct Marcello Lippi quando Cannavaro ha risposto che gli veniva da ridere.



Dopo le boutade il mondiale. «Quello che vogliamo può arrivare da un momento all'altro» ha detto Lippi.«Sappiamo di aver deluso e conosciamo le nostre carenze. Dobbiamo migliorare soprattutto in fase offensiva». Lippi non conosce la parola eliminazione: «Non vogliamo che sia l'ultima partita. Non deve essere l'ultima. Vogliamo vincere, perché vogliamo giocare ancora in questo torneo».



Appurato questo, come giocherà l'Italia contro la Slovacchia nella partita che deve vincere? È l'ora di Pepe Iaquinta e i ragazzi del coro azzurro. Di Totò Di Natale. Molto probabilmente. Forse. Ma non di sicuro. Lippi blinda non solo la nazionale, ma anche le sue idee sul tridente d'attacco che domani contro la Slovacchia dovrà sbloccare l'Italia, per superare l'ostacolo ed approdare agli ottavi di finale invertendo la rotta. «Ho deciso, e sulla base di tanti fattori: ma non della stanchezza», l'unica apertura del commissario tecnico. Appurato che nel ritiro azzurro «anche i muri hanno orecchie» - come ha detto il ct tre giorni fa - la sottile guerra psicologica con il mondo esterno si è arricchita oggi di una nuova puntata. Allenamento a porte chiuse sul campo del Southdowns College, e non all'Ellis Park, come da permesso Fifa. E poi prove di tridente senza alcuna certezza. Al riparo da occhi indiscreti, gli azzurri si sono schierati con un 4-3-3 che contava tra i titolari in avanti prima Pepe-Pazzini-Quagliarella, con Iaquinta poi alternato a Pazzini; poi Pepe-Iaquinta-Di Natale. Così questa volta neanche chi è stato protagonista delle prove è riuscito a capire l'orientamento del ct: un tridente o l'altro? Oppure ancora un mix tra i due?



Non è un caso che sette su undici azzurri di domani siano sicuri (la difesa delle prime due partite, il centrocampo a tre Gattuso-De Rossi-Montolivo, con Pirlo pronto a subentrare) e tra loro non vi sia neanche un attaccante. L'unica indicazione è che Gilardino dovrebbe aver esaurito le sue chance. Non resta che la logica. Il 4-3-3 azzurro non è mai stato uno schema zemaniano: uno degli esterni è sempre un centrocampista offensivo, capace di arretrare sulla linea per fare un centrocampo a quattro. Camoranesi no (anche oggi provato tra i tre in mezzo al campo), piuttosto Pepe. Piazzare Iaquinta centrale e Di Natale esterno consentirebbe ai due ex Udinese di incrociare, e questa sembra soluzione più gradita che non restituire al 10 azzurro la posizione originaria che lo ha portato a conquistare il titolo di capocannoniere: centravanti di movimento. Iaquinta al centro dell'attacco (nonostante un piccolo indolenzimento muscolare) è un'altra mezza certezza.



E allora Quagliarella e Pazzini? Soprattutto il primo è la tentazione di Lippi. Tutti e due insieme sono i possibili cambi (il terzo è Pirlo) se la maledizione del gol non terminerà. Forse.



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