Fermento nel mondo delle fashion car
A1, la nuova sfida dell'Audi

La nuova Audi A1
La nuova Audi A1
di Giampiero Bottino
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Sabato 3 Luglio 2010, 21:02 - Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 17:09
BERLINO (3 luglio) - C’ fermento nel mondo delle fashion car. Di quelle vetture compatte e raffinate, fascinose e trendy, che inserendosi nel solco tracciato dalla Mini beneficiano della tendenza al downsizing che - complice la crisi globale - ha contagiato anche la clientela delle auto di prestigio. Non a caso il peso dei segmenti B e C nel mercato premium letteralmente esploso, passando in soli quattro anni dal 29 al 42 per cento di tutte le vetture di fascia alta vendute in Italia.


In questa positiva tendenza va ora a inserirsi con intenzioni decisamente bellicose la A1: i quattro anelli che ne caratterizzano l’aggressivo frontale (a nostro avviso più riuscito della parte posteriore) la dicono lunga sulle sue ambizioni, che non riguardano tanto i numeri: la capacità produttiva iniziale nello stabilimento belga di Forest – rilevato dal gruppo Volkswagen nel 2007 e adattato alla produzione del nuovo modello con un investimento di 300 milioni di euro – non supera le 80mila unità all’anno, anche se i responsabili del marchio garantiscono di poter fronteggiare eventuali (e auspicati) volumi di domanda più elevati.



Sono i contenuti tecnico-qualitativi
le carte vincenti alle quali si affida l’attesa piccola di casa Audi, che non nasconde l’intenzione di fare tendenza, diventando il punto di riferimento nel segmento di competenza. Mini e Alfa MiTo, le rivali dichiarate, sono avvisate.



Ma anche la Fiat 500 e la neonata Citroen DS3, filosoficamente piuttosto lontane ma orientate a un target in buona parte sovrapponibile, dovranno fare attenzione alla nuova arrivata. Che in Italia debutta ufficialmente nel week end del 18-19 settembre ma che può già essere ordinata, come hanno finora fatto, praticamente a scatola chiusa, più di 300 clienti. Si tratta di un risultato che rende credibile l’obiettivo di vendita definito dai responsabili di marca in Volkswagen Group Italia: 5mila consegne quest’anno, nel 60% dei casi con motorizzazione diesel.



In effetti, alla prova sul campo la A1 ha dato risposte più che convincenti: accogliente, dotata di quattro posti veri e comodi (non tutte le concorrenti possono dire altrettanto) in meno di 4 metri di lunghezza, sfoggia nell’abitacolo un’attenzione alla qualità e una cura negli assemblaggi e nei dettagli del tutto inconsuete in questa fascia di mercato. Il livello della qualità percepita, unitamente alla rigorosa semplicità della console centrale, parlano il linguaggio inconfondibile delle vetture di classe superiore. Si tratta comunque di una sorpresa relativa: si tratta pur sempre di un’Audi, e buon sangue non mente.



La gamma motori è volutamente tarata per coniugare l’attenzione ai consumi con il comportamento stradale dinamico a brillante che ci si attende da una vettura dei quattro anelli. La scelta è fra tre propulsori, tutti ispirati alla filosofia del downsizing, ed equipaggiati con turbo a iniezione diretta, recupero dell’energia in frenata e sistema Start & Stop che arresta il motore a ogni sosta, riavviandolo automaticamente e immediatamente al momento di ripartire.



Il primo è l’1.2 Tfsi a benzina da 86 Cv abbinato al cambio manuale a 5 rapporti. Sobrio e concreto, non è certo un fulmine di guerra e appare particolarmente adatto a chi cerca la guida rilassata e i bassi consumi piuttosto che le emozioni forti. Di tutt’altro temperamento il brillante 1.4 Tfsi (sempre a benzina) da 122 Cv: la sua verve è in grado di regalare un’esperienza di guida davvero piacevole, grazie anche al felice abbinamento con il cambio a doppia frizione S tronic a 7 marce, al quale in un secondo momento si affiancherà anche l’alternativa del manuale a cinque rapporti. Sul fronte del diesel c’è l’1.6 TDi con 105 Cv e cambio manuale: elastico e piacevole da guidare come ogni buon diesel moderno, esibisce anche una notevole silenziosità a tutti i regimi. E 103 g/km di CO2 giovano alla coscienza ecologica di chi si mette alla guida. Senza contare che, qualunque sia la motorizzazione preferita, si può sempre contare sul comportamento stradale comune a tutte le Audi. Anche l’A1 infatti è sempre equilibrata, saldamente ancorata al manto d’asfalto, precisa nell’esecuzione delle curve e prevedibile nelle reazioni anche quando la si mette alla frusta. Non giureremmo che sia davvero la più sportiva della sua categoria, come recita la comunicazione aziendale, ma le performance e la capacità di regalare emozioni autentiche a chi si mette al volante meritano un plauso.



Volutamente vaga, la definizione di “Audi mai vista prima” inquadra solo in parte la verità. In realtà, la casa degli anelli aveva già calcato il palcoscenico delle automobili da città con la A2, nata nel 1999 e prematuramente pensionata sei anni dopo, senza mai essere capita a fondo dal mercato. Troppo avanzata per i tempi, con quella costosa (da realizzare e da riparare) carrozzeria in alluminio e quella linea (originale ma opinabile) da monovolume compatta che solo dopo qualche anno sarebbe stata accettata senza riserve.



Gli strateghi Audi hanno fatto tesoro della lezione: la A1 insegue il successo negato alla sua “antenata” senza cedere alla tentazione della fuga in avanti, ma facendo incetta delle soluzioni più avanzate disponibili nella capiente “cassaforte tecnologica” di Ingolstadt. Non a caso le sue dotazioni sono generalmente di livello superiore ai tradizionali canoni del segmento.



Emblematico l’esempio della sofisticata telematica di bordo - navigazione, telefonia, hi-fi, regolazioni vettura, ecc. - che nella sua versione più evoluta (denominata Navigation Plus) è completa di lettore Cd-Dvd, display basculante a scomparsa da 6,5 pollici, hard disk da 20 Gb, lettore di schede Sd e collegamento dedicato all’iPhone. Un sistema di infotainment senza eguali nella categoria, gestito dall’ormai classica e apprezzata manopola MMI ed ereditato direttamente dall’ammiraglia A8 e dalle altre Audi top class.



Una soluzione dal prezzo
non ancora comunicato ma che contribuisce ad arricchire il corposo elenco degli optional, che comprende tra l’altro i fari allo xenon con luci diurne a led, gli abbaglianti a gestione automatica (il sistema provvede ad abbassarli nel momento in cui si incrocia un altro veicolo) e il tetto panoramico. Una ricchezza di offerte aggiuntive che rischia, com’è consuetudine ormai consolidata per tutte marche premium tedesche, di svuotare di significato un listino ufficiale che in Italia è compreso tra i 16.800 e i 22.900 euro. Un ventaglio allineato all’offerta dei competitori, nel quale sono racchiusi gli allestimenti Attraction e Ambition, da arricchire eventualmente con il pacchetto Media Style focalizzato sull’infotainment e sulla personalizzazione del design degli interni, che possono essere declinati in oltre 800 diverse combinazioni di materiali e colori.



Per esempio, è possibile scegliere l’arco del tetto in quattro differenti tonalità (e verniciare allo stesso modo il corpo degli specchietti retrovisori esterni) in contrasto con il colore della carrozzeria. Opportunità il cui effetto estetico è a nostro avviso opinabile, ma del tutto coerente con la filosofia delle fashion car che “devono” poter essere realizzate praticamente su misura per soddisfare le esigenze del cliente.



Prezzo adeguato, linea accattivante
seppur con qualche discontinuità, eccellente guidabilità, dotazioni di sicurezza ai vertici della categoria, generoso spazio a bordo: i presupposti perché la A1 faccia meglio della progenitrice in alluminio ci sono tutti. La raffinata eleganza degli interni strizza chiaramente l’occhio al pubblico femminile, che nelle previsioni del marketing Audi dovrebbe costituire grosso modo la metà della clientela. Intanto la piccola è appena nata e già pensa a… metter su famiglia. Alla fine del 2011 arriverà infatti la versione a quattro porte, mentre l’ipotesi di una S1 ad alto tasso di sportività è all’esame del management, ma in proposito non è ancora stata presa nessuna decisione.



Certamente in cantiere
(per il 2013) è invece la variante ibrida basata sulla concept car A1 e-tron svelata all’ultimo Salone di Ginevra in marzo: pensata per l’uso nelle grandi aree urbane, è pinta da un motore elettrico da 102 Cv che garantisce un’autonomia di 250 km grazie all’effetto “range extender” garantito da un piccolo motore Wankel a pistone rotativo utilizzato per ricaricare le batterie al litio. Una soluzione che promette e missioni di CO2 inferiori ai 45 g/km.
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