Direzione Pd, Bersani si dimette
Renzi: io premier ipotesi meno probabile

Direzione Pd, Bersani si dimette Renzi: io premier ipotesi meno probabile
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Martedì 23 Aprile 2013, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 11:53
ROMA - Pier Luigi Bersani conferma le dimissioni da segretario del Pd, mentre Matteo Renzi dice che non probabile un suo incarico a premier. La direzione intanto ha approvato con 7 voti contrari e 14 astenuti un documento di esplicito e pieno sostegno alle indicazioni che arriveranno dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il documento. «Pieno sostegno al tentativo del presidente Napolitano» di «dar vita ad un governo», «secondo le linee del discorso di insediamento pronunciato» alle Camere, afferma il Documento che il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, ha proposto alla Direzione. Il sostegno al tentativo di Napolitano deve avvenire, dice il documento, «mettendo a disposizione la propria forza parlamentare e le proprie personalità».



«Confermo qui le mie dimissioni che saranno portate anche all'Assemblea nazionale», ha detto Bersani alla direzione del Pd. «Ho annunciato le mie dimissioni dopo la bocciatura delle candidature di Marini e Prodi da parte dei franchi tiratori, molti dei nostri grandi elettori sono venuti meno a decisioni formali e collettive in un momento cruciale. Siamo stati su orlo di crisi gravissima e senza precedenti», ha aggiunto.



Renzi. «È l'ipotesi più sorprendente e meno probabile, non credo sia sul tappeto», ha sottolineato invece Renzi, entrando alla direzione del Pd, sull'ipotesi che sia lui il candidato premier. Il sindaco di Firenze è arrivato alla Direzione del Pd accompagnato dai suoi fedelissimi. Tra gli altri il presidente dell'Anci Graziano Delrio e i deputati Luca Lotti, Simona Bonafè e Maria Elena Boschi.



L'intervento di Bersani. «Ci vuole una ragionata disponibilità a ricercare tutti insieme una soluzione di governo mettendo a disposizione le nostre forze e risorse», ha detto ancora Bersani indicando l'atteggiamento del Pd rispetto alla formazione del governo.



«Come tutti voi sapete era mia intenzione passare la mano al prossimo congresso e incoraggiare un ricambio. Una convinzione radicata. Ho, tuttavia, annunciato le dimissioni dopo la bocciatura da parte di franchi tiratori delle candidature di Franco Marini e Romano Prodi», ha spiegato Bersani. «Non voglio indagare la logica di quello che è avvenuto», anche perché qui «abbiamo missili a testata multipla...». Comunque sia «se ci sono irresponsabili, la responsabilità è del responsabile».



Un partito è tale se è retto «da un principio d'ordine» altrimenti diventa «un nido del cuculo», ha continuato Bersani. Il principio d'ordine, ha spiegato, è «il principio di sovranità da dare alla comunità del partito». Senza di questo il partito «è un autobus, un ascensore, un nido del cuculo». «La metafora - ha aggiunto - ce l'ha data Gherardo colombo. Entro in uno spazio per mettere in luce la mia soggettività».



«Si può dire che le elezioni le abbiamo vinte o no ma alla prima prova non abbiamo retto e se non rimuoviamo il problema rischiamo di non reggere nelle prossime settimane e mesi. Insieme a difetti di anarchismo e di feudalizzazione si è palesato un problema grave di perdita di autonomia. Non si pensi che quanto successo sia episodio, c'è qualcosa di strutturale», è ancora l'analisi di Bersani in direzione, sulla crisi del Pd durante l'elezione del presidente della Repubblica.



«Come si fa a dire che noi andiamo verso un presidenzialismo
alla francese quando i nostri dirigenti non conoscono più la differenza tra dimensione politica, istituzionale e di governo? Dove pensate che andiamo così? Verso il presidenzialismo alla francese? Vogliamo scherzare, no andiamo verso il Sud America», sono state poi ancora le parole di Bersani contro lo «scivolamento» del Pd «non verso un soggetto politico ma verso uno spazio politico».



Matteo Orfini, intervenendo i direzione, chiede al Pd di «specificare» meglio la proposta da presentare al presidente Napolitano durante le consultazioni. Ma, pur chiedendo innovazione, non fa esplicitamente la proposta di indicare Renzi come premier. «Per reggere politicamente abbiamo bisogno di una soluzione con 3 punti: domanda di innovazione, capacità di interloquire con la società e possibilità di sfidare a 360 gradi il Parlamento».



Marini contro Orfini. «Ci vuole un governo politico, l'esperienza tecnica è stata già fatta e forse si è usato il migliore, ma si è fermato sulla spinta del cambiamento dell'economia, della ripresa. Serve un governo politico e dobbiamo impegnare i migliori dei nostri», ha detto Franco Marini alla direzione del Pd. «Ma non l'hai consumato il tempo per far accettare un dialogo minimo a Grillo? Trascurando che noi abbiamo oggi l'urgenza non di guardare il nostro ombelico, ma al dramma dell'Italia in ginocchio», ha poi aggiunto rivolgendosi a Orfini.



Bersani omaggia Marini.
«Che non potesse essere un presidente della Repubblica non mi convincerete mai, dite quello che volete...». Così Bersani ha chiosato poi la conclusione dell'intervento di Marini alla direzione del Pd.