Countryman, la Mini integrale

La Mini Countryman
La Mini Countryman
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Domenica 1 Agosto 2010, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 18:47
AMBURGO (31 luglio) - La Mini ha ora una quarta dimensione e dopo la hatchback, la Cabrio e la Clubman attraversa i muri della tradizione del marchio aggiungendo alla gamma la Countryman, prima interpretazione a ruota alta dello chic britannico concentrato in misure da city car e da seminterrato londinese. La Countryman tuttavia non è un fantasma e, piuttosto che provenire da uno dei tanti castelli britannici, è costruita dalla Magna Steyr a Graz, in Austria e fa del numero quattro il proprio mantra: è la prima Mini con 4 porte vere e portellone - perché con la Clubman in realtà sono 3 e mezza con un bagagliaio a doppia anta - la prima disponibile con la trazione 4x4 e sempre quella che supera i 4 metri in lunghezza. Di 10 cm, per la precisione, e di 37 la Mini normale mentre l’altezza cresce di ben 15 cm e il passo di 13 cm. Tanto, ma abbastanza poco per rimanere unica nel suo genere e mantenere quelle proporzioni che, insieme a elementi di stile ben mescolati, danno anche a questa Countryman il timbro visivo delle Mini.



Anche l’interno è inconfondibile, con qualche cromatura in meno, ma abbonda sempre di interruttori a cursore ed è dominato al centro dall’enorme tachimetro e dal Center Rail, una rotaia sulla quale fissare tutti gli accessori che servono, dal porta bicchieri alla docking station per il telefono. A questo proposito, senza precedenti è l’interazione offerta dal sistema telematico con qualsiasi tipo di smart phone consentendo di leggere i post di Facebook e Twitter tramite il dispositivo vocale, ascoltare la web radio, magari con l’impianto Harman Kardon da 480 watt, collegarsi con Google e ricevere le notizie in RSS. Dietro si sta abbastanza comodi e la scelta è tra i due sedili individuali e il divanetto da 3 posti 40/20/40. In ogni caso lo scorrimento di 13 cm consente al bagagliaio di crescere da 350 a 450 litri e, abbattendoli, fino a 1.170 litri.



I mancorrenti sul tetto, la possibilità di montare il portabiciclette posteriormente e persino il gancio da traino estendono ulteriormente la praticità della Countryman, nata per la città, ma pronta per la montagna, la campagna e persino i rally visto che con lei la Mini tornerà nel WRC già dal 2011 provando a riaprire la bacheca per mettervi altri trofei oltre quelli delle vittorie a Monte Carlo del 1964, 1965 e 1967. Ci sarà un team ufficiale gestito dalla Prodrive e altri privati mettendo a disposizione la vettura anche per i clienti privati. Un colpo a sorpresa che toglierà la polvere dal lato più sportivo della Mini. Di sicuro le sensazioni offerte dal posto guida della Countryman, nonostante la seduta sia più alta di 7 cm rispetto alla hatchback, sono quelle di una vera Mini, con una visibilità ottima e uno sterzo che si dimostra subito rapido e sensibile. Manca solo l’aletta doppia alla quale gli ammiratori della signorina inglese sono abituati.



Proprio come sulla WRC, i motori sono tutti da 1,6 litri e dotati di stop&start, recupero dell’energia in rilascio e pompe acqua e olio che si attivano solo quando servono per ottimizzare l’efficienza. In BMW si chiama Efficient Dynamic, a Oxford invece Minimalism. I benzina hanno tutti il sistema di fasatura e alzata variabile delle valvole, da quelli aspirati da 98 cv della One e da 122 cv della Cooper fino a quello dotato di iniezione diretta e turbo twin scroll della Cooper S che eroga 184 cv e 240 Nm di coppia tra 1.600 e 5.000 giri che diventano 260 con l’overboost. Spettacolare nell’erogazione, questo motore esalta il dinamismo e l’agilità della Countryman portandola fino a 215 km/h, dandole uno scatto da 0 a 100 km/h in 7,6 secondi, ma con consumi di 6,1 litri/100 km ed emissioni di 143 g/km di CO2.



Grande piacere di guida nel quale l’unica nota bassa è data dal cambio, non eccezionale,unito all’efficienza, dunque senza far sorridere il benzinaio, declinabile alla cittadina, con il cambio automatico-sequenziale con levette al volante, o da GT con la trazione integrale che, grazie la giunto centrale elettromagnetico, fa sentire i suoi effetti sia sull’asfalto sia sui tratti a bassa aderenza dove si comporta da elegante signora di campagna. Stesse scelte si possono avere anche sulla Cooper D che si accontenta di 4,4 litri/100 km ed emette solo 115 g/km, dati identici alla meno potente One D da 90 cv, ma per chi vuole il gasolio a tutti i costi e desidera un po’ di sprint in più, sappia che arriverà un’unità più dotata.



Il listino parte da 21mila euro con la solita infinita lista di possibili personalizzazioni che hanno già fatto di ognuna delle oltre 1,7 milioni di Mini già prodotte quasi degli esemplari unici. Con questa Countryman i clienti avranno sicuramente un in più per essere Mini e questo vuol dire non certo, ma a buon mercato, ma la certezza di avere qualcosa di esclusivo. Si prevede che in Italia i clienti della Countryman rappresenteranno il 20-30% del totale. Più o meno, la quarta parte del totale, proprio come la nuova dimensione di Mini.