“Boicottare” l'immobilismo per far correre questa terra

di Claudio SCAMARDELLA
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Mercoledì 14 Ottobre 2015, 23:47 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 07:34
Ci sarebbero, per noi di Quotidiano, molte ragioni per esultare di fronte all'esito positivo del vertice di ieri a Roma che ha segnato il ritorno del Salento in Puglia e in Italia. La campagna che abbiamo condotto è stata martellante, a tratti asfissiante nei confronti della nostra rappresentanza parlamentare e istituzionale, nei confronti del governo e dei vertici di Fs. Ben quaranta titoli di apertura in prima pagina e altrettanti primi piani, seguiti dalla pubblicazione dei significativi commenti di chi ha sottoscritto la petizione lanciata dal giornale.



Una campagna premiata dapprima con la raccolta di trentamila firme, poi con la convocazione dell'incontro a Roma decisa dal ministro Delrio, infine con la conclusione di prolungare il collegamento da Milano con il Frecciarossa fino a Lecce. Attraverso le nostre pagine la voce dell'intera comunità è giunta a Bari e a Roma, ogni giorno, riuscendo a spezzare la sorda resistenza dei vertici di Fs.



Una mobilitazione talmente straordinaria che ci fa sorvolare anche sui comunicati di ieri sera di alcuni “dichiaratori” di professione, pronti a mettere il cappello sull'esito positivo di una battaglia che li ha visti però spesso nelle retrovie (o del tutto assenti, come qualche sindaco), se non addirittura impegnati nell'operare artatamente una confusione tra l'alta velocità sulla dorsale adriatica e il prolungamento del Frecciarossa fino a Lecce, solo nel disperato e penoso tentativo di depotenziare la mobilitazione popolare di Quotidiano. Fa niente. Lettori e cittadini sono ben informati e sanno distinguere chi è salito ieri sul carro dopo essere rimasto alla finestra.



È il momento di sorvolare anche su quanti, all'inizio della nostra campagna, si sono contraddistinti per il sempre più dilagante vizio italico del “benaltrismo”, alzando l'asticella su altri obiettivi e altre infrastrutture, mossi forse dalla sempre forte e inquietante lobby degli appalti. Giusto sorvolare, ora. A noi interessa il risultato. E interessano le incoraggianti mail inviateci ieri sera da tantissimi lettori, i messaggi del prefetto di Lecce, Claudio Palomba, e del presidente della giunta regionale, Michele Emiliano.



L'autorevolezza e la forza di un giornale si misurano su queste battaglie. Sui sogni e i bisogni materiali del territorio. Sul Frecciarossa come sul decoro dei centri storici e delle periferie, decoro fin troppo spesso oltraggiato dall'insipienza di chi governa le città. Denuncia, mobilitazione, soluzione. Questa è l'autorevolezza. E su questa, non a caso, misuriamo un crescente apprezzamento della comunità, certificato anche dall'aumento dei lettori (nei mesi estivi Quotidiano ha ottenuto la migliore performance di incremento dei giornali di informazione italiani, come riportato da Ads e da “Prima comunicazione”).



Un apprezzamento autentico per i “boicottatori” dell'immobilismo. E del “nonsipuotismo”. Per questo, faremo sempre di più i “boicottatori”. Qui ed ora. Anche al costo di irritare e indispettire quanti sono abituati ad amministrare con il cartello alla porta “non disturbare il guidatore”. Prima o poi se ne faranno una ragione e, magari, capiranno qual è il ruolo autentico di un’informazione moderna in un territorio che vuole modernizzarsi ed essere al passo con i tempi.



Eppure sarebbe triste, davvero triste esultare per il ritorno del Salento in Puglia e in Italia. Non di vittoria si tratta, ma di semplice restituzione del maltolto nel 2008, del rimedio a una clamorosa ingiustizia, di una soluzione sacrosanta dopo una scelta scriteriata. Un tempo si sarebbe detto: il Frecciarossa fino a Lecce era il minimo sindacale. Esatto. Ora comincia la battaglia più impegnativa. Quella per l'alta velocità (vera) sulla dorsale adriatica e fino a Taranto, quella per la metropolitana di superficie (stando molto attenti alla lobby degli appalti), quella per i collegamenti veloci con l'aeroporto di Brindisi e con i porti di Taranto e di Brindisi. Siamo pronti ad aprire quest'altro fronte.



“Il Salento vuole correre, non più rincorrere”, è stato uno dei commenti più ricorrenti e appropriati di queste settimane. Diventerà il nostro slogan, lo slogan dei “boicottatori” dell'immobilismo e del “nonsipuotismo”. Consapevoli che l'esito positivo del vertice di ieri spalancherà la strada al successo di altre battaglie per aver sancito un principio molto semplice: la centralità del Salento nei progetti di modernizzazione della Puglia e del Sud. Questo è il vero significato della conclusione del vertice di ieri.



D'ora in poi sarà molto più problematico escludere questa terra dalle scelte determinanti per il futuro. A Bari come a Roma. E se questo è stato possibile, c’è da ringraziare soltanto la comunità del Salento che ha trasformato la rabbia e la delusione per un’ingiusta esclusione in una eccezionale mobilitazione popolare, spiazzando anche la politica.