Alla ricerca dei parchi più belli del Salento
tra residenze padronali e orti botanici

Alla ricerca dei parchi più belli del Salento tra residenze padronali e orti botanici
di Alessandro CELLINI
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Sabato 30 Marzo 2013, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 21:55
LECCE - Un viaggio tra viali alberati, monumenti nascosti, ruscelli e fontane: questo l’unico modo - decisamente piacevole - per eleggere il parco pi bello d’Italia. Il concorso, arrivato alla sua undicesima edizione, torna anche quest’anno: sulla linea di partenza ci sono oltre mille tra parchi e giardini. Trentasette di questi si trovano in Puglia: si tratta di ville comunali, residenze private, orti botanici. Aree verdi che rappresentano un inestimabile patrimonio architettonico e paesaggistico, che rende la nostra penisola unica. Il concorso si propone di stimolare l’interesse e la sensibilità verso il verde. Oltre che decretare il parco più bello, ovviamente: e tra quelli pugliesi ci sono dei veri e propri gioielli, il più delle volte semisconosciuti.



LE VILLE COMUNALI

Oltre a quelle di Foggia e Trani, da segnalare c’è la villa comunale di Lecce e la villa Peripato di Taranto. Realizzata verso la fine dell’Ottocento, i giardini del capoluogo salentino vengono chiamati anche Villa Garibaldi per via del busto del patriota presente al loro interno. Ricca di viali e di piante ornamentali, è dimora simbolica di eroi salentini e nazionali. Oltre al busto di Garibaldi, realizzato da Maccagni nel 1887, e dell’illustre medico salentino Gaetano Stella, realizzato da Mangionello nel 1888, vi sono i busti in pietra di molti uomini illustri della provincia. La villa Peripato, a Taranto, sono il cuore verde della città dei due mari. Già al tempo di Archita, filosofo e matematico del V secolo avanti Cristo, vi si passeggiava, si discuteva e si faceva scuola all’ombra degli alberi e tra le piante e i fiori che fiancheggiano viali e piazzette. Diventa una vera e propria villa intorno al 1863 grazie al cavaliere Luigi de Beaumont.



GLI ORTI BOTANICI

Uno dei più estesi è “La Cutura”, sulla strada che collega Palmariggi a Giuggianello, in provincia di Lecce. Si estende su 35 ettari ed ospita una delle più ricche raccolte di piante rare. Qui, seguendo un percorso botanico lungo i viali di rose, giardini di piante aromatiche ed aiuole di piante mediterranee e officinali, fra il laghetto di papiri e ninfee e il giardino roccioso, si giunge a un’imponente serra in cui sono raccolti e catalogati oltre duemila esemplari di piante grasse di varia provenienza. Da non sottovalutare l’Orto botanico dell’Università del Salento: all’interno del campus universitario Ecotekne a Monteroni, si estende per quasi due ettari e ospita al suo interno gruppi di eucalipti e pino d’Aleppo, precedenti all’istituzione dell’orto, mentre lungo il perimetro sono state piantate specie autoctone e ornamentali. In due piccole aree umide, inoltre, sono ospitate piante acquatiche, mentre in un “rock garden” è presente una piccola collezione di piante officinali e ornamentali mediterranee.



I GIARDINI PRIVATI

È indubbiamente il gruppo più consistente. La parte meridionale della Puglia è ricca di palazzi padronali e ville storiche, che hanno visto il passaggio della storia e del potere del luogo. In particolare, è la provincia di Lecce che ospita il maggior numero di giardini tra i luoghi che partecipano al concorso. Proprio nel capoluogo c’è Palazzo Bernardini, in pieno centro storico. È il frutto della fusione di tre diversi edifici, il più antico dei quali è di origine rinascimentale. Al piano nobile, nicchie quattrocentesche, affreschi settecenteschi e stucchi fanno da sfondo alla prestigiosa collezione di quadri del Seicento. Nel Brindisino, a Ostuni, trova spazio il giardino della masseria “Lo Spagnulo”, esempio di insediamento rurale nelle campagne pugliesi. La masseria fu edificata nel 1600 da don Savero Lopez y Royo, originario di Pamplona, in Spagna. A Grottaglie, in provincia di Taranto, sorge il giardino del castello Episcopio, risalente alla fine del XIV secolo. La struttura, che ricorda l’architettura militare di una rocca medievale più che una sede episcopale, fu fatta edificare dall’arcivescovo Giacomo D’Atri, che cinse di mura l’abitato e fece innalzare la chiesa madre. Sempre a Monteroni, invece, c’è la villa De Giorgi, un’oasi di verde alla periferia della città. Al suo interno, un grande parco, alti arbusti e alberi secolari, tra fontane e monumenti. Tante le “chicche”: un antico pozzo, che reca la data del 1723; la scultura del Mosè, con le tavole della legge ai suoi lati; la fontana del David, intento a suonare una cetra. E poi ancora lapidi, stemmi, frammenti di antiche statue, capitelli, che contribuiscono ad aumentare il fascino del parco. A Muro Leccese, su un’area di 13 ettari si estende il giardino di villa Zaira, un ricco parco di fiori e piante rare, lecci e querce vallonee, e una particolare casina a tre arcate, antica sala da tè. La struttura - che risale ai primi del Settecento - ospita anche un galoppatoio, un’antica carbonaia e un frantoio ricco di reperti storici. A Poggiardo, infine, sorge villa Episcopo, classico giardino all’italiana, con siepi, aiuole e forme geometriche.



Decine di luoghi più o meno nascosti, quindi, ognuno dei quali candidato a diventare il parco più bello d’Italia. I giudici, in questi giorni, stanno già valutando le candidature: il verdetto si conoscerà in estate. Nell’attesa, c’è tutto il tempo per visitare ville e giardini.


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