Rocìo Muñoz Morales: «Madrina a Venezia? Sono ben allenata, come con il gossip...»

«Mi sento pronta, ho studiato per mesi. Sul red carpet porterò i miei genitori»

Rocìo Muñoz Morales: «Madrina a Venezia? Sono ben allenata, come con il gossip...»
Rocìo Muñoz Morales: «Madrina a Venezia? Sono ben allenata, come con il gossip...»
di Gloria Satta
6 Minuti di Lettura
Martedì 30 Agosto 2022, 18:29

Il primo red carpet, quello dell'inaugurazione in programma dopodomani sera, lo farà con mamma e papà sbarcati al Lido direttamente da Madrid. «Raoul e le bambine mi raggiungeranno solo nei giorni successivi, la prima serata voglio rimanere concentratissima sul mio ruolo di madrina», spiega con entusiasmo palese Rocìo Muñoz Morales, scelta per fare gli onori di casa della 79esima Mostra di Venezia di cui presenterà anche la cerimonia di premiazione il 10 settembre. Ex ballerina che da giovanissima si manteneva insegnando il flamenco agli anziani, attrice di film di successo come Immaturi e fiction grandi ascolti come Un passo dal cielo, conduttrice lanciata a Sanremo 2015, scrittrice in procinto di pubblicare il secondo libro, fisico da top model e vivacità contagiosa: la spagnola Rocìo, 34 anni, dal 2010 compagna di Bova e madre delle sue figlie Luna e Alma, si sta preparando con zelo al compito veneziano in attesa che esca il suo film Una grande voglia di vivere diretto da Michela Andreozzi e girato in coppia con Fabio Volo. Sull'avambraccio sinistro s'intravvede il tatuaggio dedicato a Santa Gemma Galgani, a cui l'attrice è devotissima. Da qualche parte della casa è nascosto agli sguardi dei curiosi l'abito Armani Privé «semplice ma elegante» che la madrina di Venezia 2022 indosserà dopodomani sera.

Emozionata? Impaurita? Pronta ad aprire le danze di Venezia?
«Non ci si crederà, ma l'unico sentimento che provo in questo momento è la felicità.

Sprizza da tutti i pori del mio corpo. Mi sono preparata per mesi, ho rivisto tanti film, studiato a fondo la storia della Biennale. Sento forte la responsabilità di essere la voce e la faccia di tutte le persone che hanno lavorato mesi per organizzare questa Mostra di altissimo livello. Al Lido farò un'indigestione di film e di incontri, non vedo l'ora. Sono una persona che vive di sentimenti, a Venezia voglio andare a caccia di emozioni».

Si è chiesta come mai abbiano scelto proprio lei come madrina?
«Bisognerebbe chiederlo ad Alberto Barbera, il direttore della Mostra. Mi piace pensare che a colpirlo siano stati il mio modo di relazionarmi agli altri, la mia propensione al dialogo, l'empatia che mi appartiene. Ma anche la passione per il cinema fa parte del mio dna...».

Quando ha saputo che avrebbe fatto gli onori di casa?
«Tra aprile e maggio. Erano in predicato altre attrici e, quando mi hanno comunicato di aver scelto me, in un primo momento ho pensato ad un equivoco. Non riuscivo a crederci. Ma poi ho sentito divampare dentro di me un fuoco che sul momento mi ha impedito di dare la notizia. All'inizio l'ho tenuta nascosta anche a Raoul e, per sfogare l'emozione, ho iniziato a scrivere il mio discorso».

Di cosa parlerà?
«Del mio amore per il cinema, ereditato da papà, e dell'importanza che i film continuano ad avere nella vita di noi tutti. Tra cinema e spettatori esiste da sempre un nutrimento reciproco. E quando non riesco a dormire ripeto il mio discorso a Raoul che, con tutto l'amore e l'ammirazione per il mio lavoro, mi ha confessato di non poterne più (ride, ndr). Anche i dirigenti Rai erano entusiasti di quello che ho scritto ma prima della Mostra mi hanno consigliato caldamente di prendermi una vacanza».

E lei lo ha fatto?
«Certo. Sono tornata con Raoul e le bambine in Spagna, scegliendo i luoghi del sud meno battuti dal turismo. È stata un'esperienza indimenticabile che mi ha anche permesso di riscoprire la leggerezza, la gentilezza d'animo tipiche della mia terra che oggi, lo confesso, mi manca. Le mie radici sono ancora là».

Vive a Roma da 10 anni, si sente ancora spagnola?
«Ho mantenuto un forte legame con il mio Paese, dove torno spesso perché ci vive la mia famiglia di origine. La mia nuova famiglia l'ho costruita in Italia, che è ormai casa mia, ma continuo a sentirmi spagnola per tanti aspetti: sono allegra, sempre pronta a trovare una soluzione, non mi arrabbio mai».

Nemmeno quando il gossip annuncia periodicamente l'imminente rottura con il suo compagno?
«All'inizio, lo ammetto, mi sono sentita ferita dai pettegolezzi senza fondamento, ora ho imparato a non farci caso. Se ne dicono troppe su di noi: un giorno ci lasciamo, il giorno dopo ci siamo rimessi insieme, anzi io sono incinta... Sciocchezze, preferisco pensare alla vita vera. E per me l'importante è stare bene con Raoul».

È contenta della sua carriera cinematografica o si sente in credito?
«Sono felicissima di tutte le occasioni che ho avuto, ogni film mi ha insegnato qualcosa e mi ha arricchita sia come attrice sia come donna. Mai avrei immaginato di arrivare tanto lontano... Se proprio devo esprimere un sogno, ora vorrei un percorso internazionale. Parlo diverse lingue, ho una buona esperienza. Mi sento pronta. Ma non voglio nemmeno programmare troppo, si vedrà».

Il suo ruolo di madrina a Venezia sarà molto invidiato, avverte la competizione del suo ambiente?
«A volte sì, inutile negarlo, ma poiché è un sentimento che non mi appartiene preferisco concentrarmi su quello che faccio. E cercare sempre di migliorarmi. Giudicare gli altri è uno spreco di energie».

La parità di genere è più vicina anche nel suo lavoro?
«Piano piano lo squilibrio tra i sessi si sta colmando anche nel cinema, ma noi donne dobbiamo ancora faticare tanto per affermarci. Vuol dire che stiamo facilitando la strada a chi verrà dopo di noi. E comunque non vedo il problema come una guerra. Nel mio lavoro c'è posto per tutti: attori e attrici, buone storie maschili e femminili. Sono per la diversità».

Bova le ha dato dei consigli per Venezia?
«Mi ha semplicemente suggerito di essere me stessa. È quello che ripeto sempre alle mie figlie... Raoul ha molta fiducia in me, ammira il mio coraggio. Sono una persona che non ha paura di buttarsi».

Se lo chiedono tutti: quando vi decidete a sposarvi?
«Sono una donna tradizionalista e aspetto la proposta formale di Raoul. Intanto, con le nostre bambine, abbiamo creato una realtà che va al di là delle definizioni e delle firme. Più famiglia di così...».

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