Non esistono solo le macerie di una guerra, esistono anche quelle che una malattia neurodegenerativa come l'Alzheimer lascia nel cuore delle famiglie toccate in prima persona da questo dramma. Lo sa bene Selvaggia Lucarelli, che da anni assiste la madre anziana colpita da questa patologia.
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«È una malattia crudele. Rade al suolo il futuro, inebetisce il presente. Lascia in piedi qualche edificio del passato. Mescola il tempo e le sequenze, si colloca nell'oggi un viaggio fatto da bambini, si ricorda un viaggio che non si è fatto mai, si descrive un ritorno da un luogo che non esiste» – scrive Selvaggia Lucarelli, a corredo di una foto della madre in bianco e nero, un po' sfocata, come i ricordi che si mescolano e confondono nella mente dei pazienti di Alzheimer.
«Succede, nella prima fase dell'Alzheimer, che si entri spesso in conflitto col malato, che si finga che sia solo una persona un po' confusa.
«Poi oggi è successo che l'ho lavata, le ho messo dei vestiti puliti – ha confessato Selvaggia Lucarelli –. Mentre le sfilavo i pantaloni del pigiama, la sua mano ormai debole ha afferrato l'elastico. E l'ha fatto con una forza tenace, che arrivava da lontano. Dalla sua essenza. Perchè mia mamma è sempre stata così, estremamente pudica, ai limiti del bigottismo». «Ecco, in quella mano improvvisamente vigorosa, che difendeva il suo corpo da uno sguardo indiscreto, ho per un attimo ritrovato mia madre» ha confessato la giornalista, che per un attimo l'ha rimproverata come un tempo, «come se fosse ancora lì, senza sconti». Come per conservare questo attimo prezioso di lucidità, la giornalista ha voluto condividere questo frammento di vita con i suoi follower: «Ho capito qualcosa, nel marasma dei ricordi che si mescolano, sopravvive alla malattia e a quel qualcosa, chi accudisce, si deve attaccare con tutta la forza che ha. Come la mano di mia mamma a quei pantaloni».