Sabrina Salerno confessa: «Mio figlio Luca non accettava la mia immagine di donna sexy»

La cantante e attrice si racconta al Corriere della Sera

Sabrina Salerno confessa: «Mio figlio Luca non accettava la mia immagine di donna sexy»
Sabrina Salerno confessa: «Mio figlio Luca non accettava la mia immagine di donna sexy»
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Martedì 1 Febbraio 2022, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 13:02

Sabrina Salerno si racconta. E lo fa a partire dall'infanzia, fino ad oggi. Senza peli sulla lingua e rivelando tanti dettagli della propria vita, che vanno ben al di là della carriera professionale.

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Sabrina Salerno: «Abbandonata da mio padre, ma abbiamo sistemato tutto»

«Ho un po' cancellato la mia infanzia. Ricordo forse un albero di Natale, a Genova, da zia Lina, con cui sono cresciuta. Se n'è andata quando avevo cinque anni, poi mi sono trasferita a Sanremo dai nonni materni. Mia mamma, Feliciana, mi ha avuta a 18 anni e faceva l'infermiera. Da lei sono tornata a vivere per un breve periodo dai 15 ai 17 anni, poi ho cominciato a lavorare» - il racconto di Sabrina Salerno al Corriere della Sera - «Ero una ragazina inquieta, ribelle, anticonformista. Avevo solo un'amica importante, in quegli anni: Natasha, olandese, faceva il linguistico con me. La mia adolescenza è stata brevissima. Ho conosciuto mio padre a 12 anni, avevo scoperto nome e cognome e lo avevo cercato sull'elenco telefonico: volevo dare un'immagine all'uomo che, seppur involontariamente, mi aveva messa al mondo. Ho sempre rispettato la sua volontà, quando venne a prendermi a Genova pensai: "Mamma mia com'è giovane". Ci rimasi male, mi aspettavo una figura matura, invece mi sono ritrovata davanti questo belloccio che sembrava un ventenne, è stato uno choc. Quando avevo 45 anni mi disse: "Ti riconosco, ma non avrai mai il mio affetto". Con lui però ho fatto pace, prima che morisse ho sistemato tutto. Ho una sorella fantastica, Manuela, che ha 44 anni. Fu lei a cercarmi nove anni fa, la considero una delle cose più belle e intense della mia vita: non potevo fare io il primo passo, fu lei a volermi incontrare anche se nostro padre non fu contento».

Sabrina Salerno: «A Sanremo da piccola fan al palco, ma fu una cazzata»

A Sanremo, Sabrina Salerno è cresciuta.

Da bambina seguiva sempre i protagonisti del Festival e andava a caccia di autografi, poi nel 1991 finì proprio sul palco dell'Ariston. «Era un sogno, l'evasione: la musica mi ha sempre trasformato in un'altra dimensione. Da piccola, ero innamorata di Alice: era la cantante più bella e più brava, mi è sempre rimasto un debole per lei anche se l'ho incontrata solo allora. Ho l'autografo anche di Richard Sanderson e Plastic Bertrand, con cui siamo diventati amici» - racconta la cantante e attrice - «A Sanremo ero in gara con Jo Squillo, ma non ero felice per niente. 'Siamo donne' per me era una sconfitta, mi sembrava un'ammissione di colpa. Quel bikini argentato? Lì ho fatto una cazzata, era brutto e mi stava malissimo, sono pentitissima. Non mi resi conto di essere diventata così famosa, me ne accorsi una volta arrivata in Spagna per una trasmissione: c'erano trenta fotografi solo per me, il successo mi ha spaventato».

Sabrina Salerno: «La vita mi ha sorpreso, l'amore con Pierre Cosso e il bacio di Bosé»

Il successo stravolse la vita di Sabrina Salerno, che passò rapidamente dall'essere un'adolescente come tante a star di livello internazionale. «In camera avevo i poster di Miguel Bosé e Pierre Cosso, mi ero innamorata di lui per 'Il tempo delle mele'. Poi ci fidanzammo: lo conobbi a Parigi in una radio, avevo 21 anni. Al primo appuntamento passò a prendermi in moto: ero elegantissima e con i tacchi, per fortuna indossavo i pantaloni. Mi portò a vedere cattedrali, a cena non avevo il coraggio di guardarlo, era in adorazione. Ogni tanto ci sentiamo ancora, lui vive in Polinesia e con mio marito pensiamo sempre di andare lì a trascorrere il Natale, ma non riusciamo mai. Poi conobbi anche Miguel Bosé, mi venne incontro a Napoli e mi diede un bacio sulla bocca: "Sabrina, in Spagna sei una star, ti cercavo da una vita!". A momenti svenivo» - racconta ancora - «La vita mi ha sorpreso parecchio. Poi sono stata truffata da un manager manipolatore, che è scomparso. E ho rifiutato Seymour Stein, il produttore di Madonna, perché a 19 anni non avevo il coraggio di andare sei mesi negli Stati Uniti. Non ho avuto il coraggio di fare tante cose, paralizzata dalla paura di rimanere sola. Ma lo ero già. Solissima».

Sabrina Salerno: «Carriera fantastica e fan ossessionati»

Il successo e la fama stravolsero una vita che voleva essere normale. «C'erano tante persone ossessionate da me. Un fisico nucleare mi seguiva ovunque, in albergo riuscivano solo a metterlo a un piano diverso dal mio. In Spagna avevo una guardia fuori dalla porta, ancora adesso una spagnola viene in Italia a darmi la caccia», racconta ancora Sabrina Salerno. Con l'ascesa della carriera, sono arrivate grandi collaborazioni con dei mostri sacri, come Nino Manfredi, Raffaella Carrà e Johnny Dorelli. Sabrina Salerno ricorda così quegli anni: «Manfredi mi leggeva le lettere dei suoi fan in camerino, tra una pausa e l’altra di Premiatissima. Ho impressa la sua risata, la gentilezza: un uomo dolcissimo. Ma se devo scegliere una persona sola, è Raffaella Carrà. Ricordo un viaggio bellissimo in Egitto con lei, mio marito, Japino, Gianfranco D’Angelo, la moglie e un’altra coppia. Rivedo Gianfranco che cade dal cammello nel deserto. Raffaella, con cui ho lavorato tanto, mi ha insegnato a essere imperturbabile e andare sempre avanti, nonostante tutto».

Sabrina Salerno: «Troppi pregiudizi, mi ritengo più intelligente che bella»

Una carriera intensa, quella di Sabrina Salerno. Con qualche pentimento e ancora tanti progetti: «Forse ho sbagliato carriera. Fare teatro mi ha appagata moltissimo: ogni regione ha un pubblico diverso, piange e ride per cose differenti. Ora vorrei riprendere il tour in Francia, il Covid mi ha fatto perdere 300 date. Al momento sono molto focalizzata sulla tv, Ballando è stata un'esperienza bellissima. Poi vorrei incidere un duetto con Mietta e magari fare qualcosa che abbia a che fare con le cinquantenni allo sbaraglio». Sabrina Salerno, poi, ci tiene a separare l'aspetto professionale da quello personale: «Ci sono stati tantissimi pregiudizi verso di me. Ad esempio, quando dicevano che ero bella e stupida: pensi che io mi ritengo più intelligente che bella. Mi davano per finita già quando avevo 20 anni, invece sono ancora qua e ho venduto 20 milioni di dischi. Ciaone!».

Sabrina Salerno: «Mio figlio Luca non accettava che fossi una donna sexy»

I pregiudizi non riguardano solo il percorso professionale, ma anche il privato. «La gente ha una visione di me completamente distorta, non ho avuto tanti uomini. Le mie relazioni importanti sono state tre: Giorgio, il mio primo fidanzato a Sanremo; poi Franz, olandese; e mio marito, Enrico Monti, conosciuto a cena dopo un mio concerto, c'erano anche Meat Loaf e il mio commercialista. Piansi tutta la sera, non ricordo neanche per cosa. Lui pensò: "Povera ragazza...". Poi feci un disco nel suo studio di registrazione» - spiega Sabrina Salerno - «Non è mai stato geloso, è intelligente e aveva messo in conto che sarei sempre stata corteggiata. Io invece ero molto gelosa di lui, all'inizio: un incubo. Sono cambiata nel 2004, quando è nato nostro figlio Luca. La gelosia è sintomo di insicurezza».
Sul figlio Luca, invece, Sabrina Salerno rivela: «Si è reso conto della mia fama quando aveva sei anni, durante un concerto del tour di Stars 80 in Francia. In camerino non faceva entrare nessuno, mi diceva che ero troppo magra e dovevo coprirmi. Non mi piaceva il suo sguardo mentre mi esibivo, per lui la mia immagine di donna sexy era difficile da elaborare. Oggi va meglio, credo abbia scavallato. Abbiamo un legame forte, passiamo da momenti di estasi a momenti catastrofici. Sono una mamma che pensa di non dover stare né davanti né dietro al figlio, ma di fianco, perché possa appoggiarsi se ha bisogno. E ho la responsabilità di insegnargli a rispettare le donne».

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