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L'attrice e regista, ieri, si è recata in ospedale per la necessaria terapia ma ha trovato un ambiente decisamente diverso del solito: pochissimi pazienti, medici e infermieri con camici asettici e mascherine e soprattutto un silenzio irreale. In una sala d'attesa vuota, Sabrina Paravicini racconta le proprie sensazioni: «Ricordo l’ultima volta 21 giorni fa che era piena e rumoreggiante.
Oggi quello che mi colpisce di più è il silenzio. Un silenzio severo. Un silenzio triste. Il luogo di cura che mi ha accolta e accudita oggi sembra diverso. Austero. È giusto così. Siamo in emergenza».
Il messaggio di Sabrina Paravicini resta comunque pieno di speranza e andrebbe rivolto a tutta l'Italia: «Ci salutiamo con le infermiere e dalla voce sentiamo il sorriso che non possiamo vedere sotto alle mascherine. Passerà. Passerà anche questa. Per ora sono felice che le nostre cure siano garantite. E non era scontato. Ringrazio tutti i medici e gli infermieri che stanno facendo il loro lavoro nonostante tutto. Passerà. Ne usciremo migliori».
Successivamente, Sabrina Paravicini si è recata dal medico curante e ha rivelato che il dottore si era chiuso a chiave nel suo studio, rilasciando le ricette solo attraverso la fessura della porta: «Ho dovuto chiamarlo al telefono, mi hanno fatto impressione soprattutto due cose: sentire la sua voce contemporaneamente al telefono e al di là della porta, ma anche quel foglio passato sotto la porta. Voglio precisare che sono d’accordo con le misure prese dal mio medico. Non ero preparata a misure tanto restrittive ma non sono assolutamente stata trascurata . Anz».