Johnny Depp, la lettera aperta alla famiglia e ai fan: «La verità non muore mai, mi sento in pace»

L'attore: «Lo dovevo ai miei figli»

Johnny Depp lettera verdetto processo
Johnny Depp lettera verdetto processo
di Elena Fausta Gadeschi
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Mercoledì 1 Giugno 2022, 23:05 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:55

Johnny Depp ha vinto la causa contro Amber Heard. L'atteso verdetto è stato letto poco fa dalla giudice Penney Azcarate del Tribunale di Fairfax, Virginia. La giuria ha stabilito che l'ex moglie dovrà pagare 15 milioni di dollari di risarcimento all'attore per averlo diffamato nel 2018 nell'ormai celebre articolo sul Washington Post dal titolo I spoke up against sexual violence ossia «Ho parlato contro la violenza sessuale».

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Johnny Depp, la lettera aperta alla famiglia e ai fan: «La verità non muore mai, mi sento in pace»

L'attore, che ha assistito alla lettura del verdetto in collegamento dal Regno Unito, ha espresso immediata soddisfazione in una lunga lettera appena pubblicata sui social.

«Sei anni fa la mia vita, la vita dei miei figli, le vite delle persone a me più vicine e anche le vite delle persone che per anni e anni mi hanno supportato e hanno creduto in me sono cambiate per sempre – scrive Johnny Depp, i cui fan oggi erano presenti in massa fuori dal tribunale di Fairfax già dalle prime luci dell'alba in attesa della sentenza –. Tutto in un battito di ciglia. Mi sono state rivolte attraverso i media accuse false, molto gravi e criminali che hanno innescato una raffica di contenuti odiosi, sebbene nessuna accusa sia stata mossa contro di me. In un nanosecondo [questa campagna diffamatoria] ha fatto il giro del mondo due volte e ha avuto un impatto sismico sulla mia vita e la mia carriera».

Johnny Depp, la lettera aperta alla famiglia e ai fan: «La verità non muore mai, mi sento in pace»

Dopo aver passato in rassegna i difficili momenti vissuti finora, l'attore prosegue: «Sei anni dopo la giuria mi ha restituito la mia vita. Sono davvero onorato. La mia decisione di procedere con la causa, ben consapevole delle difficoltà del processo che avrei fronteggiato e dell’inevitabile spettacolo mondiale che avrei dato sulla mia vita, è stata presa solo dopo serie considerazioni».

«Fin dall’inizio l’obiettivo di portare avanti questa causa era quello di mostrare la verità, indipendentemente dal risultato. Rivelare la verità era qualcosa che dovevo ai miei figli e a tutti coloro che sono rimasti costanti nel supportarmi. Mi sento in pace ad avere alla fine raggiunto questo scopo».

Un pensiero poi a quanti si sono prodigati nell'aiutarlo e sostenerlo a vario titolo: «Sono e sono rimasto sopraffatto dalla manifestazione di amore, dal colossale supporto e dalla gentilezza ricevuti da tutto il mondo.

Spero che la mia ricerca di verità aiuti coloro, uomini e donne, che si sono trovati nella mia stessa situazione, e che ciò li incoraggi a non mollare. Spero inoltre che la posizione torni a essere “innocente fino a prova contraria” tanto nei tribunali quanto tra i media. Desidero riconoscere il nobile lavoro del giudice, dei giurati, del personale della corte e degli sceriffi, che hanno sacrificato il loro tempo per arrivare a questo punto, e del mio diligente e incrollabile team legale che ha fatto uno straordinario lavoro nell’aiutarmi a condividere la verità».

La lunga e sentita lettera si conclude con un augurio per il futuro – «Il meglio deve ancora venire e finalmente un nuovo capitolo è iniziato» – e una citazione latina: «Veritas numquam perit. La verità non muore mai».

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