Carlo Verdone veste i panni di medico per un giorno. Ospite d'onore alla celebrazione per il giuramento di Ippocrate nel teatro Augusteo di Napoli, l'attore e regista, si rivolge agli 800 giovani professionisti neo laureati invocando un po' più di umanità: «Voi curate i corpi, qualche volta la psiche. Io curo l'umore delle persone. Mi sento un antidepressivo naturale, però vi chiedo una cosa. Da paziente. Dietro il camice bianco ci deve essere un uomo, l'umanità».
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Carlo Verdone posa sorridente con in mano una pergamena con il giuramento di Ippocrate, assieme a un cornetto rosso e augura buona fortuna ai neolaureati di Napoli. «Non dite che sono medico, però: è stata una cosa affettuosa», aggiunge Verdone, che riceve anche in dono un pastore del presepe della bottega di Ferrigno, con le sue sembianze, un po' stempiato come lui e un camice bianco.
«Non fate come il professor Raniero Cotti Borroni» ammonisce poi scherzosamente dal palco l'attore e regista, ricordando il personaggio del medico stakanovista di 'Viaggi di Nozze'. «Per me è un regalo essere qui.
All'attore romano, poi, un regalo inatteso. Oltre al libro sui centro anni dell'Ordine dei medici di Napoli, infatti, spunta anche la sorpresa finale che ha riempito il cuore di gioia. Dall'Archivio di Stato gli sono stati conegnati i documenti che testimoniano le ordigini di Pozzuoli di nonno Oreste, il nonno paterno mai conosciuto.