Annalisa Minetti madrina del Trofeo CONI Kinder+Sport 2019 a Leggo: «La tassa sulle merendine è assurda. Ai ragazzi dico divertitevi»

Annalisa Minetti madrina del Trofeo CONI Kinder+Sport 2019 a Leggo: «La tassa sulle merendine è assurda. Ai ragazzi dico divertitevi»
di Ida Di Grazia
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Mercoledì 25 Settembre 2019, 20:19
Annalisa Minetti, classe 1976 è una donna dalle mille vite e in ognuna di esse ha ricoperto un ruolo primario. Cantante, modella, scrittrice, conduttrice televisiva, attrice e atleta paralimpica vincitrice di una medaglia d'oro la Minetti sarà la madrina del Trofeo CONI Kinder+Sport 2019 dal 26 al 29 settembre a Crotone. A Leggo ha raccontato le sue emozioni di atleta, di mamma e anche cosa pensa della "tassa sulle merendine": «la trovo assurda. Ai ragazzi dico divertitevi».

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Sarà a Crotone in triplice veste, quella di madrina, di vincitrice di una medaglia d’oro e di cantante perché sara lei a inaugurare la manifestazione con l’Inno di Mameli. È emozionata?
«L’inno lo canto da sempre perché era la canzone preferita di mio figlio, ricantarlo ha più un aspetto familiare che spettacolare. Quando invece prendi una medaglia, lo canti tra te e te perché sei dentro a uno stadio, ed è un po’ come farsi i complimenti da sola per l’obiettivo raggiunto. Per me è davvero qualcosa di molto intimo».

Come è nata questa collaborazione?
«Sono stata chiamata dall’assessore allo sport di Crotone Giuseppe (Frisenda ndr) che ho conosciuto questa estate per un evento sportivo. Ci siamo promessi che ci saremo rivisti al Coni –Kinder e quando mi ha chiamata mi ha chiesto di essere la madrina e cantare l’inno. Ne sono stata molto felice e Giuseppe ormai è un amico. Io poi sono molto legata a Crotone, la amo profondamente, è un po’ come tornare a casa. Io avevo lì un villaggio turistico, quindi la conosco bene».

Dal podio di Sanremo a quello dei campionati del mondo di atletica leggera paralimpica 2013, che differenza c’è?
«Tra i due palchi sono passati un bel po’ di anni ma sono estremamente diversi. Uno è un podio che nasce da un’emozione di una canzone, nello sport l’emozione può essere addirittura d’ostacolo, perchè ci vuole freddezza per aggredire una gara. Sono due aspetti che seppure discordanti fanno parte di me. Il podio paralimpico è una di quelle fatiche per cui dici ne è valsa la pena, ma non perché hai vinto, per tutto il percorso che hai fatto. Per come diventi dopo. È un po’ come se al termine di questo percorso non ti mettessero una medaglia ma un mantello da supereroe. Senti che hai fatto qualcosa di grandioso e non l’hai fatto solo per te ma per il tuo Paese. Presti le tue gambe alla tua nazione, io non ho smesso un attimo pensare durante i miei 1.500 metri, e ogni 100 dedicavo un pensiero a qualcuno e l’ultimo l’ho dedicato a tutti»

Cosa ne pensa dell’ipotesi di tassare le merendine?
«Io la trovo assurda. Per quanto mi riguarda con le merendine mi premio dopo lo sport. Dico sempre che corro per mangiare (ride ndr), ogni tanto la gola va premiata. Detto questo l’eccesso è quello che fa male, i miei figli le merendine le mangiano. Se ne fai un uno spropositato fanno male. Invece di tassarle perché non si pensa più a come educare i nostri ragazzi verso una sana e corretta alimentazione che comprende tutti gli alimenti…merendine comprese».

Un consiglio da una medaglia d'oro ai ragazzi che affronteranno la gara?
«Divertitevi. La competizione ci deve essere ma sana. Sono tutti vincenti, perchè chi ha il coraggio di mettere il piede su quella linea di partenza ha già vinto, poi il primo che arriverà quel giorno sarà sì il migliore, ma il migliore di quel giorno. Quello successivo si torna a lavorare. Lo sport è un gioco, una metafora di vita meravigliosa, quindi viva lo sport, viva la vita e viva i ragazzi che si approcciano a vivere lo sport in modo sano».
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