Ilaria D'Amico scoppia in lacrime a Verissimo: «Era malata, non le ho detto quanto era grave. Poi è morta». Toffanin senza parole

Ilaria D'Amico scoppia in lacrime a Verissimo: «Era malata, ma non le ho detto quanto era grave. Poi è morta». Toffanin senza parole
Ilaria D'Amico scoppia in lacrime a Verissimo: «Era malata, ma non le ho detto quanto era grave. Poi è morta». Toffanin senza parole
di Emiliana Costa
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Sabato 20 Febbraio 2021, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 22:28

Su Leggo.it le ultime novità. Ilaria D'Amico in lacrime a Verissimo«Era malata, non le ho detto quanto era grave. Poi è morta». Silvia Toffanin senza parole. Oggi, la giornalista - che ha detto addio alle conduzioni delle trasmissioni sul calcio - è stata ospite nel salotto di Canale 5 e ha raccontato un momento molto duro della sua vita.

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La morte della sorella Katia, avvenuta lo scorso settembre. «Non riesco - dice commossa - a parlare molto di Katia, di mia sorella. Ho una commozione che arriva subito, arriva un'emozione che mi spezza il respiro. Sono grata a questa scelta, di aver più tempo da dedicare alla mia famiglia. A mia madre e ad Alessandra, la figlia di Katia. Una meravigliosa scout di 25 anni. Lei per me era il punto di riferimento, la base in cui tornare. Abbiamo fatto l'ultimo percorso insieme, senza dirle tutto. Lei non aveva bisogno di sapere tutto, così ha combattutto fino alla fine. Lei ci ha resistuito la sua ironia e la sua capacità di crederci fino in fondo. Le avrei regalato parte di me, organi di me. La malattia l'ha portata piano piano ad addormentarsi, senza dolore e senza terapia del dolore. Lo reputo una ricompensa per una donna che è stata sempre così buona».

E conclude: «La mia mamma è forte, una leonessa. Ci ha cresciuti da sola, solo questo poteva piegarla. È la cosa che mi preoccupa di più. Dopo essersi piegata, adesso riesce a concentrarci su di noi di nuovo. Adesso vive con mia nipote Alessandra, che sta già insegnando alle elementari tutto da sola. Da una settimana, gli occhi di mia madre sono tornati un minimo a brillare. Chiamo mia madre tutti i giorni alle 17.30, l'orario del tramonto. L'orario della malinconia. La telefonata parte in salita, ma poi finisce meglio».

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