Adriano Panatta e il matrimonio con Anna Bonamigo a 70 anni: «Quando l'ho vista è stata una magia»

Si sono sposati il 10 ottobre 2020 a Ca’ Farsetti, Venezia, dall’amico comune ed ex magistrato Carlo Nordio

Adriano Panatta e il matrimonio con Anna Bonamigo a 70 anni: «Quando l'ho vista è stata una magia»
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Lunedì 17 Ottobre 2022, 13:58 - Ultimo aggiornamento: 14:04

Anna Bonamigo e Adriano Panatta, lei avvocato (civilista), lui campione di tennis, si sono sposati il 10 ottobre 2020 a Ca’ Farsetti, Venezia, dall’amico comune ed ex magistrato Carlo Nordio. Conoscenti da sempre, ritrovati a Capri nell’estate 2013, quando Anna ballava scalza con Peppino (di Capri) e Adriano stava incollato al divano, fedele alla (personale) regola di vita: «L’uomo non dà la manina per strada, non canta e non balla». Perché no? «Hai mai visto Robert Mitchum cantare o ballare?». Lo racconta in un'intervista al Corriere Della Sera. 

«Mi ero separata dopo 23 anni di matrimonio, - racconta Anna - però speravo ancora nell’amore.

Infatti è nato un sentimento fortissimo. Dopo qualche mese, Adriano mi chiama: vengo a vivere da te a Treviso. Dopo una vita raminga, io credo che con me a Treviso Adriano abbia trovato una casa, una stabilità, una normalità che gli mancava. Il cinema e la pizza, in bici sul fiume, cose che non aveva mai fatto».

La scuola di tennis

E poi l’investimento sulla città: l’ex Sporting Club Zambon rilevato a un’asta e trasformato nell’Adriano Panatta Racquet Club. «Insegno  ai ragazzini, gli adulti mi annoiano. La scuola è in mano a mio cugino, tradizionalista come me: dire che non insegniamo il rovescio a due mani è eccessivo però di certo qui le rotazioni esasperate non sono benvenute».

La proposta di nozze è stata tradizionale: «Un biglietto che accompagnava un mazzo di rose il 29 gennaio, giorno del mio compleanno: auguri, amore, vuoi sposarmi? Post scriptum: solo se te la senti, eh». Il matrimonio è stato un giorno speciale. «Per la prima volta in vita mia - racconta Panatta - sono riuscito a riunire nella stessa stanza i miei tre figli, i miei due nipoti e i miei due fratelli. E poi è successa una cosa buffa. Fumavo fuori da Ca’ Farsetti, aspettandoti. Passa una coppia di giovani sposini, lei stupenda, aria mediorientale. Famo a cambio? ho chiesto al marito. Abbiamo riso come scemi. Poi sei arrivata tu, bellissima. E ho capitolato».

 

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