Il tabaccaio gioca quasi 400mila euro al Lotto senza pagare: condannato

Il tabaccaio gioca quasi 400mila euro al Lotto senza pagare: condannato
Il tabaccaio gioca quasi 400mila euro al Lotto senza pagare: condannato
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 15:39

Un tabaccaio che ha giocato, nel giro di due settimane, quasi 400mila euro al Lotto è stato condannato per non aver mai provveduto al pagamento di quelle giocate.

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IL CASO

I fatti risalgono al gennaio 2019, quando l'uomo, titolare di una tabaccheria e ricevitoria ad Aosta, aveva giocato la bellezza di 397mila euro in appena due settimane. Il pagamento di quelle giocate, però, non era mai stato inoltrato e questo aveva scaturito un contenzioso tra l'uomo e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli.

IL PROCESSO

Dopo l'accaduto, l'Agenzia delle dogane aveva ritirato la concessione al titolare della ricevitoria, esigendo il pagamento arretrato per quelle giocate. Nel corso della battaglia legale, la difesa del tabaccaio aveva provato a sostenere che si era trattato di «giocate con soldi puramente virtuali» in quanto le giocate sarebbero state dello stesso titolare della ricevitoria. L'uomo aveva anche provato a giustificare l'accaduto avanzando una possibile attenuante dovuta alla ludopatia di cui avrebbe sofferto. L'uomo ha poi partecipato a un percorso terapeutico dell'Usl, il cui Servizio per le dipendenze, un anno dopo, «pur riconoscendo un disturbo da gioco d'azzardo in forma grave e persistente, non evidenzia alcuna compromissione delle facoltà intellettive del convenuto, né nella capacità di intendere».

LA SENTENZA

La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Valle d'Aosta ha dato ragione all'Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Secondo i giudici, infatti, l'uomo «ha indebitamente registrato le proprie giocate, nella speranza di una vincita, senza provvedere al relativo pagamento, così sottraendo una parte del compenso all'Erario». E sulla ludopatia lamentata dalla difesa, «viene escluso qualunque valore assolutorio». L'uomo si era infatti rivolto ad uno specialista privato per certificare quello stato patologico solo dopo la sospensione della concessione: «Quel fatto solleva rilevanti dubbi sull'attendibilità della patologia lamentata, specie in presenza di patologie psichiche difficilmente diagnosticabili in termini oggettivi ma solo sulla base del riferito dal paziente». I giudici hanno accolto la richiesta di condanna del procuratore regionale Massimiliano Atelli: l'uomo dovrà risarcire 397mila euro oltre agli interessi.

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