Sostanze tossiche in un sito industriale della Valle del Sacco, l'allarme ignorato

Sostanze tossiche in un sito industriale della Valle del Sacco, l'allarme ignorato
di Pierfederico Pernarella
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Sabato 8 Giugno 2019, 15:42
L’azienda si era mossa subito e aveva prontamente segnalato il pericolo di contaminazione delle falde acquifere, sono stati tutti gli altri enti competenti a restare con le mani in mano ignorando l’allarme. Nonostante la presenza di un Sin (Sito d’interesse nazionale) che dovrebbe dare una certa precedenza a certi interventi.

POTENZIALE CONTAMINAZIONE
Racconta anche questo la vicenda della Recall di Patrica di cui Il Messaggero ha dato conto nei giorni scorsi. Nell’ambito delle indagini preliminari su suolo e sottosuolo per la Valutazione d’impatto ambientale, relativa al progetto per la realizzazione di un impianto di biometano, nelle falde acquifere sono state trovate concentrazioni al di sopra della soglia di legge di metalli pesanti (ferro e manganese) e soprattutto di tricloroetilene, meglio noto come trielina, una sostanza chimica, classificata come un cancerogeno di primo livello, presente in sgrassatori e smacchiatori utilizzati a livello industriale.
Nella conclusioni delle indagini preliminari svolte dalla Recall, si aggiungeva anche che tale contaminazione non sarebbe riconducibile alle attività dell’azienda che operava prima nel sito, la Siporex, ma con tutta probabilità è «testimonianza di uno stato di alterazione qualitativa delle acque sotterranee di carattere molto più diffuso da ricondursi alla presenza dei numerosi siti contaminati o potenzialmente tali, situati nell’intorno del sito dell’area» della Recall. Area che si trova a poca distanza dal fiume Sacco.

LA NOTA DEL 17 MAGGIO
La Recall ha informato gli enti competenti con una nota del 17 maggio, più di venti giorni fa. La stessa Prefettura, ricevuta la comunicazione dell’azienda sulla potenziale contaminazione delle falde acquifere, ha scritto a Ministero, Regione, Provincia e Comune chiedendo di «adottare gli eventuali provvedimenti di competenza, ai sensi della vigente normativa in materia ambientale».
Ad oggi però nessuna iniziativa è stata intrapresa. Tipo, tra le altre possibili, le analisi nei pozzi presenti nelle aree confinanti al sito dell’ex Siporex per capire la reale natura e ampiezza della potenziale contaminazione. Tale immobilismo è provato da una lettera che il sindaco di Patrica, Lucio Fiordalisio, ha inviato alla Regione, al presidente del Consiglio regionale, ai consiglieri e ai parlamentari ciociari, al prefetto, al presidente dell’Asi, al coordinamento dei sindaci della Valle del Sacco soltanto giovedì scorso, il 6 giugno. Dopo la pubblicazione dell’articolo de Il Messaggero che dava conto della segnalazione dell’associazione Civis.
In realtà l’allarme era noto a tutti dal 17 maggio, quando la Recall, alle ore 14:06, tramite posta certificata, aveva inviato la nota sulla potenziale contaminazione delle falde, con allegata la relazione tecnica, a tutti gli enti competenti, Comune di Patrica compreso. Tutti scrivono a tutti, ma nessuno interviene.

IL SIN ANCORA SULLA CARTA
Un impasse eclatante che prova come il Sin Bacino del fiume Sacco esista solo sulla carta, ma nei fatti è privo di operatività, anche di fronte a un potenziale allarme sanitario vista la presenza, nelle falde, di un cancerogeno di primo livello come la trielina. A tre anni dalla istituzione, non c’è ancora un protocollo per intervenire su casi come quello della Recall. Casi che saranno all’ordine del giorno man mano che le altre aziende che rientrano nel Sin procederanno alle indagini ambientali del suolo e del sottosuolo.
A tre mesi dalla firma dell’accordo di programma per le bonifiche tra Regione e Ministero, non è stato ancora costituito il comitato di controllo (con Ministero, Regione e Arpa) e non è stata convocata nemmeno una conferenza dei servizi.
Pierfederico Pernarella
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