Covid, la terapia con il plasma all'ospedale "Spaziani" di Frosinone non decolla: ecco perché

Covid, la terapia con il plasma all'ospedale "Spaziani" di Frosinone non decolla: ecco perché
di Pierfederico Pernarella
3 Minuti di Lettura
Sabato 10 Ottobre 2020, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 09:51

Cura del Covid con il plasma dei guariti, più facile a dirsi (e a imbastire chissà quali complotti) che a farsi. I donatori non mancano, ma a scarseggiare è la qualità del sangue per i fini terapeutici. Ecco perché finora nella Asl di Frosinone il primo donatore è rimasto tale.

La sua donazione risale al luglio scorso e venne presentata anche con una conferenza stampa. Da quella donazione sono state ricavate tre sacche. Tutte sono finite allo “Spallanzani”. C’era fiducia che la terapia potesse prendere piede. Non è andata così, almeno per ora. Successivamente la Asl, grazie all’adesione quasi sempre puntuale dei numerosi pazienti guariti contattati, ha raccolto altro plasma, ma in nessun caso è stata trovata una quantità di anticorpi sufficientemente alta per avviare la terapia.

Questo perché la maggior parte dei pazienti guariti che ha donato il plasma appartiene alla prima ondata, quella della primavera scorsa e a distanza di mesi la presenza degli anticorpi è andata scemando quando non è addirittura scomparsa.

Esami accurati

A questo c’è da aggiungere che altri pazienti sono stati trovati con valori non compatibili con la terapia. Il plasma raccolto viene congelato e su tutte le unità vengono eseguiti gli esami di legge per la sicurezza del futuro ricevente: gruppo sanguigno, emocromo, glicemia, sideremia, colesterolemia, trigliceridi, e così via.

Vengono eseguiti anche gli esami sierologici per escludere che il donatore possa essere portatore di infezioni (HIV, Epatite B, Epatite C e Sifilide), senza nessun onere e ticket per il donatore.

 La donazione del plasma con tutti i passaggi successivi è gestita dal Servizio Trasfusionale dell’ospedale di Frosinone, diretto dalla dottoressa Carla Gargiulo.

La procedura da seguire

Possono donare il plasma ricco di anticorpi specifici del COVID tutti coloro che sono guariti dalla malattia, e anche i soggetti che magari hanno contratto il Covid in forma asintomatica e sono risultati positivi ai test sierologici. Come per la donazione di emocomponenti, possono donare tutti coloro che attualmente sono in buona salute, tra i 18 e i 65 anni, tranne le donne che hanno avuto gravidanze.

La procedura è molto semplice, come il prelievo per la donazione di sangue: si effettua in questo caso in aferesi, utilizzando un separatore cellulare in grado di raccogliere dal donatore solo il plasma, separandolo dai globuli rossi e dalle piastrine, non privando peraltro il donatore dei suoi globuli rossi che non necessitano per i fini della raccolta.

Per la sicurezza del donatore tutto il materiale utilizzato è sterile e monouso e la procedura, che dura circa 30 minuti, viene effettuata dal medico e dagli infermieri specializzati del Centro Trasfusionale.

Il plasma iperimmune viene conservato presso il Laboratorio del Servizio Trasfusionale di Frosinone, accreditato dalla Regione Lazio, in apposito congelatore a -80°C, a disposizione di tutti coloro che potrebbero averne bisogno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA