Coronavirus, a Cassino grave la moglie dell'anziano morto in ospedale: funerali bloccati e reparto chiuso

a Cassino grave la moglie dell'anziano morto in ospedale: funerali bloccati e reparto chiuso
a Cassino grave la moglie dell'anziano morto in ospedale: funerali bloccati e reparto chiuso
di Pierfederico Pernarella e Vincenzo Caramadre
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Lunedì 9 Marzo 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 09:55

Sono stati sospesi e rinviati a data da destinarsi i funerali del 75enne di Ceprano morto per coronavirus sabato notte all'ospedale "Santa Scolastica" di Cassino. La salma dell'anziano si trova nell'obitorio. Il decreto regionale, per evitare assembramenti pubblici, ha vietato le cerimonie funebri, così come anche i matrimoni. L'uomo, insieme alla moglie, da sabato era ricoverato nel reparto di Pneumologia dell'ospedale cassinate. I due si erano presentati con febbre alta e difficoltà respiratoria, sintomi riconducibili al Covid-19, per questo erano stati messi in isolamento. Il marito non ce l'ha fatta ed ed è deceduto prima che arrivasse l'esito, positivo, del tampone. La moglie, invece, trasferita al reparto di Rianimazione dell'ospedale “Spaziani” di Frosinone, resta in condizioni gravi.

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REPARTO CHIUSO
I medici dell’ospedale “Santa Scolastica”, dopo la morte dell'uomo, hanno chiuso l’accesso al reparto, sanificato gli ambienti e avviato gli accertamenti ascoltando i familiari dell’uomo per capire i possibili contatti avuti con persone provenienti dalle zone rosse del Nord Italia. È stato stilato l’elenco di tutto il personale medico e sanitario venuto a contatto con la vittima, ma anche con gli altri tre contagiati. Nessuno dei sanitari, però, è andato in isolamento domiciliare. Il decreto regionale, infatti, prevede che, fino a che non ci sono sintomi, non può esserci astensione dal lavoro.

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I NUMERI
Il bilancio del coronavirus in provincia di Frosinone, quindi, ad oggi conta una vittima ed otto contagiati: la commerciante di Fiuggi e sua figlia, l’anziano molisano di 81 anni trasferito dal “San Raffaele” allo “Spallanzani”, l’operaio trentenne della cartiera Burgo di Sora, lo studente universitario (32 anni) di Acrce, domiciliato a Roma e asintomatico. Infine i tre pazienti del “Santa Scolastica” il 62enne ricoverato allo Spallanzani e le due ottantenni ricoverate a Frosinone, una delle quali moglie della vittima. Le loro condizioni restano stabili.
L’assessore regionale D’Amato inoltre fa sapere che in provincia di Frosinone sono 280 in sorveglianza domiciliare ed è stata attivata la consegna domiciliare dei farmaci per pazienti fragili.

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L’ORIGINE DEL CONTAGIO
È stato chiarito ma solo in parte il giallo sull’origine del contagio dei pazienti dell’ospedale della città martire. Secondo i primi accertamenti epidemiologici, prima del ricovero in ospedale, avrebbero avuto contatti con persone provenienti dalla zona rossa del Nord Italia. Si dovrà chiarire come e quando ci sono stati i contatti, ma tutte le persone risultate positive sono arrivate in ospedale già con i sintomi sospetti, per questo si è arrivati alla conclusione che il contagio è avvenuto all’esterno della struttura sanitaria. Il sessantaduenne cassinate, in particolare, (uno dei tre positivi accertati sabato al Santa Scolastica e ora ricoverato allo “Spallanzani”) è stato ad un festival ad Orvieto, dove si è appurato ci sia stato un uomo risultato positivo al Coronavirus.

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IL PIANO PER LE EMERGENZE
Sul fronte sanitario è stato disposto che i pazienti più gravi saranno trattati nell’ospedale di Frosinone. Quelli affetti da altre patologie, che necessitano della Rianimazione, sono stati trasferiti ad Alatri. Sospese le prestazioni non urgenti. Intanto l'assessore regionale D'Amato ha fatto sapete che presso l’Asl di Frosinone sono stati attivati 7 posti di terapia intensiva e 6 posti aggiuntivi di malattie infettive. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle sanità Alessio D’Amato.

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Ma sul potenziamento delle strutture sanitarie, arriva la proposta del sindaco del capoluogo, Nicola Ottaviani, in qualità di presidente della Conferenza sanitaria dei sindaci della provincia di Frosinone. Il primo cittadino chiede al governo ed alla Regione di promuovere, immediatamente e senza indugio, la riconversione di alcune cliniche e dei reparti dismessi, di chirurgia generale e di medicina, in posti letto di terapia intensiva e sub intensiva, prima che l’emergenza delle rianimazioni si sposti dal Nord all’Italia centrale.

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«Per ora, grazie al cielo non abbiamo i numeri della Lombardia - dichiara Ottaviani - Abbiamo qualche settimana in più per agire, senza perdere, però, neppure un giorno per attrezzarci. In questi giorni, ho interpellato alcuni esperti di edilizia sanitaria, sia pubblica che privata che posseggono le competenze di cui abbiamo bisogno. In 20/25 giorni, le imprese migliori del settore sono in grado di riconvertire un posto letto di medicina o di chirurgia generale in un posto di terapia intensiva o sub intensiva. I macchinari, però, vanno acquistati subito ed i lavori non si possono effettuare dalla sera alla mattina, magari solo quando i virologi o gli infettivologi dovessero formalizzare le richieste in urgenza. Parimenti, la stessa operazione potrebbe essere attivata, eventualmente anche come compensazione dei letti riconvertiti, negli ospedali parzialmente dismessi, come quelli di Anagni, Pontecorvo, Atina e tanti altri sul Lazio».

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CONTROLLI NEL CAPOLUOGO
Sempre il sindaco del capoluogo si invita i cittadini a rispettare i decreti e di usare il massimo buon senso. “Da questa settimana – spiega il sindaco - scatteranno pattugliamenti da parte dei vigili urbani per far rispettare nei locali pubblici le giuste distanze ed il numero dei presenti all’interno degli esercizi commerciali e/o di ristorazione». Ma come sempre controllare o sanzionare tutti è impossibile. Sta al buon senso dei singoli cittadini. Che spesso, non c’è.

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