Politici assunti in Consiglio regionale, il presidente Buschini finisce all'angolo e si dimette

Politici assunti in Consiglio regionale, il presidente Buschini finisce all'angolo e si dimette
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 8 Aprile 2021, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 10:14

Venerdì scorso aveva chiesto e ottenuto l'istituzione di una commissione trasparenza per fare chiarezza sul caso assunzioni, ma a quanto pare la mossa non è bastata a farlo uscire dall'angolo. Il fuoco di fila dell'opposizione, l'incalzare della stampa, ma soprattutto la richiesta di Nicola Zingaretti di un segnale forte non gli hanno lasciato margini di scelta. Ed è chiaro che a dare quel segnale dovesse essere il rappresentante più alto in grado dell'istituzione travolta dalle polemiche.

Ieri mattina Mauro Buschini ha presentato le dimissioni da presidente del Consiglio regionale. Passo indietro che arriva a quasi due anni dall'elezione alla guida della Pisana. Era il 17 aprile 2019. È il sesto presidente di fila che lascia lo scranno più alto del Consiglio regionale prima della fine del mandato. L'ultimo che è riuscito nell'impresa è stato Claudio Fazzone, il ras pontino di Forza Italia. Correva l'anno 2005.

Per Buschini fatali sono state fatali le assunzioni a tempo indeterminato al Consiglio regionale di 16 persone attinte da un bando del comune di Allumiere, paesino della città metropolitana di Roma. Fra i vincitori del concorso esponenti del Pd (tra questi il presidente del circolo del Pd di Frosinone, Andrea Palladino), del Movimento 5 stelle e della Lega. E attingendo da quella graduatoria altri esponenti del Pd o persone vicine al partito sono stati assunti al Comune di Guidonia, tra loro i ciociari Massimo D'Orazio (assessore di Isola Liri) e Riccardo Strambi (addetto stampa in Regione).

Procedure regolari, è stato ripetuto a più non posso, ma alla fine a pesare, al di là dei codicilli, è stata la questione politica, l'inopportunità su cui ha giocato facile l'opposizione ma hanno storto il naso anche esponenti dello stesso Pd, a cominciare dallo stesso Zingaretti.

Questione, quella della opportunità politica schivata con cura dai protaginisti del caso. Ma il momento delicato del partito, le elezioni a Roma, non consentono tentennamenti.

«Non vivo questa scelta come una resa, né come un'azione dettata sotto la pressione delle polemiche - spiega Buschini - ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro Consiglio. Sono certo che apprezzerete questo gesto, che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le istituzioni».

Buschini aggiunge: «Ho deciso di rassegnare le mie dimissioni per garantire al mio successore di nominare in piena autonomia i membri della Commissione trasparenza che ho fortemente voluto e che, sono sicuro, confermerà la correttezza della procedura».

Per il presidente Nicola Zingaretti la commissione trasparenza «fugherà ogni eventuale dubbio sulle procedure adottate nelle ultime assunzioni». E sulle dimissioni del presidente del Consiglio regionale aggiunge: «Ringrazio Mauro Buschini per il suo gesto di serietà e responsabilità istituzionale». Gli esponenti del Pd ciociaro fanno quadrato intorno al presidente dimissionario dando atto del suo «gesto rispettoso delle istituzioni», come dichiara Francesco De Angelis.

La commissione trasparenza e le dimissioni di Buschini non bastano a Fratelli d'Italia: «Istituire la commissione è una furbata di cattivo gusto - dichiara il deputato Fabio Rampelli - Si proceda all'annullamento del concorso e delle assunzioni e si dimetta tutto l'ufficio di Presidenza che ne ha condiviso le scelte».
 

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