Cani di razza, boom di furti nel Frusinate: l’ombra del traffico illegale

Nelle ultima settimane sono spariti diversi setter, ma anche costosi segugi

Cani di razza, boom di furti nel Frusinate: l’ombra del traffico illegale
Cani di razza, boom di furti nel Frusinate: l’ombra del traffico illegale
di Roberta Pugliesi
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Martedì 23 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 07:21

Cani da caccia rubati: proseguono gli accertamenti da parte delle forze dell’ordine e si aprirebbero nuovi scenari.

Il timore - che sta dilagando anche sui social network fra i proprietari di cani scomparsi di recente su tutto il territorio, e non sono pochi - è che possa esserci un traffico di cani e nel caso specifico di esemplari addestrati all’attività venatoria. Non è un mistero che in Italia esista un mercato clandestino per una razza - quella dei setter - che è molto ricercata: un esemplare che ha già effettuato l’addestramento, sul mercato nero, può fruttare anche 2 mila euro secondo “gli addetti ai lavori”.

In un primo momento i cani rubati ad Arce in via Campanile (un setter, due segugi francesi ed un maremmano), tutti dello stesso proprietario, sembravano essere “solo” quattro.

Tempo qualche ora ed è emerso che un quinto cane era stato rubato qualche giorno prima nella vicina Rocca d’Arce.

Anche in quel caso si trattava di un cane di razza, un cucciolo di setter inglese di appena due anni di nome Spritz. Il proprietario ha presentato denuncia ai carabinieri di Pontecorvo.

Nel frattempo la Procura di Cassino starebbe valutando se raccogliere in un unico fascicolo le denunce procedendo per sequestro e maltrattamento di animale.

IL POST

Il padrone di Spritz, in un appello sui social di qualche giorno fa scriveva: «Questo setter di 2 anni, con microchip, manca da casa, in Via Pantanone – Rocca d’Arce, dal 14 di Marzo. Ho quasi abbandonato l’ipotesi di un allontanamento volontario con successivo smarrimento. L’ho cercato ovunque senza successo e nessuno in zona lo ha neppure intravisto, ragion per cui ho iniziato a ipotizzare altre cause. Pertanto ho effettuato denuncia. Se qualcuno lo detiene trovi il modo di riportarlo dove lo ha incontrato e sappia che non smetterò mai di cercarlo». Ed ancora: «Un atto di coscienza dovrebbe portare a considerare quale grande legame di affetto si crei con un cucciolone così dolce e la sofferenza che si arreca a chi è costretto ad una separazione così forzata».

C’è da dire che i social network hanno l’effetto di moltiplicare gli appelli attraverso le condivisioni, amplificando anche il fenomeno dei cani smarriti che, su questo territorio, sembra ultimamente essere aumentato. Da Sora ad Arpino, passando per la valle di Comino e quella del Liri, sono decine le segnalazioni di animali smarriti, perlopiù cani che non tornano a casa. In qualche caso vengono rinvenuti senza vita a bordo della strada, talvolta anche morti avvelenati ma nella gran parte dei casi spariscono e non fanno più ritorno dai loro proprietari.

L’ultimo appello è proprio di ieri ed arriva da Monte San Giovanni campano dove una cagnolona bianca di nome Kim è sparita dalla frazione di Chiaiamari. L’episodio di Arce ha avuto come conseguenza quello di accendere, quindi, i riflettori su un problema di cui non si aveva particolare cognizione: il furto dei cani da caccia. Si tratta per lo più setter e pointer - quasi sempre dotati di microchip - che, a detta di un cacciatore, «possono fruttare anche fino a 2 mila euro ad esemplare», oppure trasformati in merce di scambio per ottenere profitti. Nell’ambiente dei cacciatori si parla a volte di misteriose sparizioni di cani durante le battute, un fenomeno diverso dallo stillicidio di furti che avviene nei capanni e nei box ma che fa comprendere l’entità del profitto che può derivare dal commercio di questi animali con il terminale di ricettazione spesso organizzato da bande specializzate.

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