Cimitero Prima Porta, il degrado avanza slalom tra buche e rami crollati

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Tombe ben curate che si affacciano su prati dove le sepolture sono ricoperte da erbacce. Più in là campi con distese di croci crollate a terra, lapidi spezzate ed edifici dal cemento scrostato tra viali pieni di buche e dossi. Così a Prima Porta, nella periferia Nord della Capitale, il camposanto più grande d'Europa il cimitero Flaminio si appresta ad accogliere le migliaia di romani per la ricorrenza dei defunti. Centoquaranta ettari di superficie che stanno scivolando nel degrado mentre Ama e Comune sembrano impotenti. I problemi sono tanti, già dall'entrata. Passando dall'ingresso Nord, i visitatori vengono accolti da un vecchio banco di fiori in disuso ora ridotto a baracca che viene usato come ripostiglio da uno dei concessionari disposti lungo la Flaminia. Varcando il cancello, la scultura lamellare in marmo che accoglie i visitatori è solcata da lunghe colate di ruggine. Accanto, dei grossi pannelli in cemento armato portati lì chissà per quale utilizzo e dimenticati addosso al muro di cinta. Quasi una specie di anteprima del degrado in cui versano ampie porzioni del cimitero. Fanno impressione, ad esempio, alcune aree dove sono sepolti i bambini, dove l'erba alta nasconde ninnoli, peluche e giocattoli lasciati lì dai genitori. Poi ci sono le sezioni dei fornetti. Alcuni settori sembrano ben curati, mentre altri sono ricoperti dal guano degli uccelli.

CREPE ALLE PARETI
Ma le strutture più degradate sono sicuramente le palazzine. Praticamente tutte hanno gli intonaci esterni che presentano crepe. Al Clivio Tiberino, da gennaio sono chiusi per motivi di sicurezza i primi piani degli edifici O, P e Q per infiltrazioni d'acqua dal soffitto e distacchi di intonaco. In questi mesi di abbandono, gli ambienti si sono trasformati in un set da film dell'orrore: lapidi spaccate gettate a terra, vasi di fiori ricoperti da ragnatele, pavimenti ricoperti dal guano dei piccioni. Anche ieri, una coppia di anziani, è dovuta tornare indietro con in mano il mazzo di fiori. «Ma cosa è successo? È una cosa vergognosa e indegna», ha esclamato la donna, mentre un'addetta della Multiservizi spiegava che nei prossimi giorni quei locali saranno risistemati e riaperti. In effetti, sono in corso dei lavori per riaprire le strutture almeno nei giorni dedicati ai defunti, come confermano dall'assessorato capitolino all'Ambiente.

L'INTERVENTO
Una prima grossolana pulizia è stata fatta, mentre nei prossimi giorni, dopo la messa in sicurezza dei solai, saranno effettuati gli interventi di sanificazione. Qualcosa, in vista del 2 Novembre, si sta facendo anche sul verde. Comunque troppo poco, denuncia Valeria Campana del Comitato tutela cimiteri capitolini: «È la solita sistematina di circostanza. Ci domandiamo se in questa ricorrenza sia il caso di commemorare anche la definitiva scomparsa del rispetto dei defunti a Roma». Giorni fa, una donna ha trovato un fornetto dal quale fuoriuscivano dei liquami. Un altro utente, invece, ha trovato dei pensili da cucina dentro la cappella n. 18 dell'edificio D. Perché gran parte del degrado è dovuto anche alla carenza di controlli. Furti di marmi e metalli, atti di vandalismo, aggressioni e scippi: sono tante le segnalazioni che si sono accumulate negli anni. Poi ci sono i rischi per la sicurezza. Qualche settimana fa, una donna è letteralmente sprofondata, rompendosi una gamba, dentro una voragine che si è aperta tra le tombe a causa di un manufatto realizzato abusivamente. L'Ama da tempo chiede a Roma capitale i fondi per la manutenzione straordinaria ma finora si procede solo di romanella in romanella. E suona beffardo che a Roma si paghino le tariffe per i servizi cimiteriali più alte d'Italia. Per la concessione di un loculo, ad esempio, a Roma si pagano circa 3.300 euro a fronte di 2.700 circa di Milano.
Pier Paolo Filippi
(Foto Leone/Ag.Toiati)