Brasile, il ministro della Salute verso le dimissioni: proteste nel Paese contro i lockdown

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Il ministro della Salute brasiliano Eduardo Pazuello va verso le dimissioni, ma lui al momento nega. Oggi il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, si è incontrato con i vertici delle forze armate per analizzare la possibile estromissione di Pazuello, nel momento più critico della pandemia di coronavirus nel Paese. «Non sono malato - ha scritto Pazuello - continuo a essere ministro della Salute fino a quando il presidente della Repubblica mi chiederà di restare al mio posto, la mia missione è salvare vite umane», così il ministro in una nota inviata a Cnn Brasil.

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La posizione di Pazuello è però a rischio a causa dell'aggravarsi della situazione epidemiologica legata al Covid: ieri il Paese sudamericano ha raggiunto quota 278.327 morti e 11.483.031 contagiati. Fonti governative hanno inoltre informato i media che l'idea è di esonerare il ministro dopo aver annunciato l'acquisto di vaccini, per evitare che la sua immagine venga ulteriormente danneggiata. Lo speaker della Camera dei deputati, Arthur Lira, starebbe intanto appoggiando la nomina della dottoressa Ludmila Hajjar, che sta promuovendo una campagna di vaccinazioni più aggressiva.

 

Il Covid in Brasile

Da oggi entrano in vigore le nuove misure di contenimento Covid nello Stato di San Paolo, il più importante del Brasile. In particolare, si apprende che il coprifuoco notturno viene deciso in seguito a un'aggravamento della curva epidemiologica e all'alto tasso di occupazione degli ospedali. Il governatore di San Paolo, Joao Doria, ha decretato che fino al 30 marzo non sarà possibile circolare dalle 20 alle 5 del mattino, mentre vengono nuovamente sospese le lezioni nelle scuole pubbliche e le messe. Sono vietate anche le attività sulle spiagge, nonché gli sport come calcio e basket. Nell'ambito dei controlli anti-assembramenti ieri è stato arrestato anche il giocatore del Flamengo, Gabigol, mentre si trovava in un casinò clandestino nella Zona Sud di San Paolo.

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Le proteste

Nel frattempo si apprende che, da ieri, migliaia di sostenitori di Bolsonaro si sono concentrati ieri nelle principali capitali del Paese sudamericano per protestare contro i lockdown, decisi dalla maggioranza dei governatori per impedire la diffusione del coronavirus. A San Paolo, la città più ricca e popolosa del Brasile, i manifestanti si sono dati appuntamento vicino a un'unità dell'esercito nel Parco Ibirapuera, dove hanno gridato slogan contro le misure decise dal governatore locale, Joao Doria, uno dei principali avversari politici del capo dello Stato.

 

A Rio de Janeiro, la seconda città del Paese, i dimostranti si sono radunati nei pressi della spiaggia di Copacabana. A Brasilia la concentrazione è avvenuta vicino all'Asse Monumentale, il viale in cui si trovano il Congresso e la Presidenza della Repubblica. Proteste sono state registrate anche a Belo Horizonte, capitale di Minas Gerais, e a Maceiò, capitale di Alagoas. Nel frattempo, il Foro nazionale dei governatori ha diffuso una nota in cui si chiede al governo federale di sostenere i lockdown decretati in diversi Stati e Comuni.