Crisi di governo, le dimissioni di Draghi dopo il voto di fiducia al Senato

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I 5 stelle non voteranno la fiducia al decreto aiuti, lo ha annunciato il leader Giuseppe Conte aprendo l'assemblea congiunta dei parlamentari pentastellati al termine di una giornata convulsa e contraddittoria. Il governo è ora ad un passo dalla crisi. L'orientamento era emerso nel corso del Consiglio nazionale dei pentastellati. Non sono bastate le promesse di un nuovo patto sociale e di nuove misure contro i bassi salari a convincere il M5s e alla vigilia del voto di fiducia in Senato il partito si divide su una decisione sofferta che potrebbe essere prodromica ad altri «strappi» dentro al Movimento, sancendo la rottura netta con il governo Draghi. Senza un appoggio chiaro, avrebbe ribadito il premier direttamente a Conte nel corso di una telefonata, l'esperienza del governo è da considerarsi finita. Il Pd e la Lega lo mettono a verbale, qualsiasi strappo segnerebbe la fine dell'esperienza a Palazzo Chigi. E si andrebbe - avvertono Salvini e Letta - dritti verso nuove elezioni. Con il partito di via Bellerio che rimarca: «senza il voto dei pentastellati la maggioranza non c'è più». E Giorgia Meloni che aggiunge: «Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!»