Anna Bellisario, morta per un tiramisù

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Anna Bellisario, morta per un tiramisù.

Per loro è un momento «tragico», ma «con forza» vogliono che vengano chiarite «le responsabilità» della morte e hanno la «massima fiducia» nella magistratura. Così da persone vicine viene descritto lo stato d'animo dei genitori di Anna Bellisario,  studentessa universitaria 20enne deceduta due giorni fa, dopo dieci giorni di coma, a causa di uno shock anafilattico provocato, questa è l'ipotesi al vaglio, dalle tracce di latte contenute in un tiramisù venduto come vegano e da lei mangiato in un locale del centro di Milano. Latte a cui la giovane era allergica sin dalla nascita. Da quanto si è saputo, nell'inchiesta condotta dai carabinieri del Nas e dall'Ats (Agenzia tutela salute) e coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio, dovrebbero essere iscritti a breve altri nomi nel registro degli indagati, oltre a quelli del titolare, di un responsabile di produzione e di due dipendenti dell'azienda produttrice del 'Tiramisun', la Glg srl. Ossia anche quelli dei responsabili del fast food (che serve hamburger vegani), anche come forma di garanzia per gli accertamenti necessari. Proprio per inoltrare a tutti le informazioni di garanzia l'autopsia, prevista inizialmente per giovedì prossimo, dovrebbe slittare all'inizio della prossima settimana. I familiari della giovane hanno nominato come legale l'avvocato Alberto De Sanctis.