La Francia brucia per le pensioni: un'altra giornata di tensioni

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Maxi corteo segnato da violenze a Parigi nella nona giornata di mobilitazione nazionale contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron. Il contestato innalzamento a 64 anni dell'età previdenziale è ormai legge ma le strade della capitale e di altre città di Francia continuano ad essere gremite di manifestanti. Il sindacato CGT ha annunciato 3,5 milioni di persone in piazza in tutto il Paese, di cui 800.000 solo a Parigi. Per il ministero dell'Interno, sono stati poco più di un milione al livello nazionale e 119.000 nella capitale. A Parigi, centinaia di elementi radicali identificati come Black Bloc hanno spaccato vetrine ed elementi dell'arredo urbano, per poi scagliarsi contro supermercati, banche e fast-food fino a sera.

 

 

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Feriti 123 poliziotti, almeno 80 i fermati

 

Sono stati feriti 123 fra poliziotti e gendarmi nelle manifestazioni che si sono svolte
oggi per la 9/a giornata di mobilitazione, in Francia, contro la riforma delle pensioni che innalzerà da 62 a 64 anni l'età minima per lasciare il lavoro. Lo ha comunicato il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin. Il numero dei fermati è salito per il momento a 80.

 

In serata ancora scontri nel cuore della Capitale

 

In serata, il corteo pacifico indetto dai sindacati cede il passo a nuovi raduni "selvaggi" nel centro della capitale segnato dallo strillo incessante delle sirene delle forze dell'ordine. Poco prima delle 20 i manifestanti hanno lasciato Place de l'Opéra, termine del corteo sindacale partito dalle 14 da Place de la Bastille, ma incidenti e danneggiamenti sono ancora in corso nelle vie circostanti, con cassonetti della spazzatura, rifiuti e anche edicole di giornali date alle fiamme. Mentre gli agenti in tenuta antisommossa continuano con le cariche e i gas lacrimogeni, gruppi di manifestanti procedono in direzione Les Halles, nel cuore di Parigi, incendiando cestini al loro passaggio, riferisce un cronista della France Presse. Già da metà pomeriggio, centinaia di elementi radicali identificati come Black Bloc avevano spaccato vetrine ed elementi dell'arredo urbano, per poi scagliarsi contro supermercati, banche e fast-food . Secondo la polizia, lungo il corteo partito alle 14, erano presenti «circa un migliaio» di elementi radicali.

 

Secondo la polizia, lungo il corteo partito da Place de la Bastille erano presenti «circa un migliaio» di radicali: 80 fermi e un centinaio di agenti feriti, il pesante bilancio degli scontri a fine giornata. In stragrande maggioranza pacifica, la manifestazione parigina era cominciata sotto alla colonne de Juillet, la celebre colonna eretta nel 1835 in Place de la Bastille, con le bandiere multicolore dei sindacati e gli altoparlanti che trasmettevano a tutto volume "La foule" di Edith Piaf, tra i brani simbolo del repertorio francese. Come una risposta in musica alle dichiarazioni attribuite a Macron, secondo cui la «folla» che manifesta contro la riforma non ha «legittimità dinanzi al popolo che si esprime sovrano attraverso gli eletti» in Parlamento. In chiave ironica anche molti slogan esposti lungo il corteo. Come quello di una signora con la scritta: «Manu: se avessimo voluto farci fottere dal governo avremmo eletto Brad Pitt!». Ma anche riferimenti alle proteste del Maggio '68: «Tu nous mets 64? On te re-Mai 68» ('Ci metti i 64 anni, e noi ti rifacciamo Maggio '68'). «Voi in Italia avete le mozzarelle e i pomodori, noi abbiamo gli scioperi e le manifestazioni», ironizza Fabrice, un cinquantaquattrenne aiuto regista, parlando con l'ANSA in Place de la Bastille.

 

«In Francia - aggiunge più seriamente - il lavoro è durissimo. Ti chiedono di stare al 120% per tutta la vita professionale». Contrariamente a quanto sostiene il governo di Elisabeth Borne, per lui il regime previdenziale può tornare in equilibrio finanziario anche senza aumento dell'età. «Le imprese dovrebbero pagare maggiori contributi. Non è vero che non ci sono soldi», afferma, avvertendo che in alternativa «l'estrema destra di Marine Le Pen arriverà al potere come già accaduto in Italia con Giorgia Meloni». Martine indossa una tuta da carcerata e una finta catena con palla di piombo appesa al piede. «Siamo prigionieri del colpo di mano sulle pensioni. Macron ci ha condannati a lavorare di più», deplora la funzionaria di 61 anni, aggiungendo di amare la sua professione ma «dopo 42 anni di contributi preferirei passare a qualcos'altro».

 

«Vivre», 'Viverè, si legge su un altro cartellone imbracciato dai manifestanti parigini, tra cui tanti giovani e giovanissimi. Poco più avanti, Nathalie, 55 anni, impiegata agli uffici di collocamento Pole Emploi, racconta di avere appena avuto due nipotini e vorrebbe «poter cominciare a fare la nonna prima di diventare vecchia». «Sento dire che all'estero prendono noi francesi per dei viziati. Non è così. Noi ci battiamo da sempre per i nostri diritti. Lo facciamo anche per voi italiani e per tutti gli altri popoli», sottolinea con una punta d'orgoglio.

 

Con il passare delle ore lungo i boulevards di Parigi costellati dai rifiuti rimasti in strada da quasi venti giorni per lo sciopero dei netturbini, l'atmosfera si è fatta sempre più tesa con botti e cariche di gendarmi e polizia in tenuta antisommossa per disperdere i black bloc. Decine i fermati, oltre 120 gli agenti feriti, ha reso noto il governo. In precedenza manifestanti anti riforma avevano bloccato l'autostrada A1 che porta all'aeroporto Charles de Gaulle. Disagi anche alla Gare de Lyon, dove i dimostranti hanno invaso i binari bloccando temporaneamente il traffico ferroviario. Una decima giornata di mobilitazione è stata indetta per il 28 marzo.