Elezioni regionali, Donatella Bianchi (M5S) in redazione a Leggo

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Donatella Bianchi, giornalista e conduttrice di Linea Blu, oggi candidata del M5S e dal Polo Progressista alla presidenza della Regione Lazio, le sue critiche in campagna elettorale alla Regione sembra quasi che il M5S non abbia governato con il Pd.
«Io parlo sempre dei 18 mesi di lavoro insieme e rivendico i grandi risultati ottenuti e le azioni avviate dagli assessori 5Stelle in una condivisione di obiettivi. Porto avanti il lavoro in continuità con gli assessori e i consiglieri che insieme a me hanno redatto il programma che presento alle regionali, peccato che su questo programma il Pd non abbia voluto continuare confronto».


La Raggi, da ex sindaca di Roma, non ha contribuito al programma?
«Ho lavorato a queste elezioni con i consiglieri regionali, ho incontrato la Raggi ed è stata molto cordiale: mi incuriosiva conoscere questa donna di cui tutti parlavano male quando era sindaca, Certo adesso che lei non c’è non mi sembra che i problemi siano spariti».


La matematica dice che la vittoria di Rocca è molto probabile. Non sarebbe stato meglio allearvi con il Pd?
«A noi conviene essere coerenti, l’unica convenienza è la lealtà verso l’elettorato rispetto alle promesse fatte. Il Pd è favorevole a un impianto e a una soluzione della questione rifiuti opposta ai progetti del M5S e si sono fatti imporre il nome di D’Amato da Calenda e Renzi. Si tratta di coerenza: Gualtieri nel 2021 diceva di essere contrario al termovalorizzatore, perché ci vogliono 7 anni per realizzarlo, e che bisognava investire sulla differenziata. Poi, una volta eletto spunta il termovalorizzatore. Bisogna essere coerenti».


D’Amato, però, proprio dalle colonne di Leggo ha lanciato l’appello agli elettori dei 5stelle per avere la loro preferenza con il voto disgiunto.
«D’Amato dovrebbe pensare a tenersi i suoi elettori. Sta facendo lo stesso errore di Letta con Conte alle politiche: tratta i cittadini come pacchetti di voti».


Sui rifiuti la strategia della sua collega del M5S Raggi non è stata esemplare a Roma, qual è il suo piano?
«Non credo sia corretto finanziare mega impianti che bloccherebbero la Capitale per i prossimi 30 anni. Bisogna ripartire dalla differenziata e il riciclo, la riduzione del costo delle tasse sui rifiuti e le soluzioni di impiantistica minore di prossimità».


La passata Giunta regionale non ha ascoltato gli ambientalisti e c’è malcontento anche verso i 5Stelle.
«Di transizione ecologica in questo Paese non si è vista traccia, c’è stata solo la transizione energetica. Stanno partendo le Cer (comunità energetiche rinnovabili ndr) quindi non è vero che non è stato fatto nulla. C’è molto da fare invece sul piano ambientale. Dobbiamo arrivare al 2030 con il 30% di aree protette».


La mobilità lascia molto a desiderare, per anni compresi quelli della Raggi a Roma è mancata la manutenzione.
«Bisogna investire sulla rete del ferro e ridare dignità ad una mobilità come la Roma-Viterbo, la “Caronte” Roma-Lido, le linee per i Castelli con gli studenti fermi ore e ore. Penso a Roma ma anche a tutte le province troppo spesse dimenticate».


La sanità occupa buona parte del bilancio regionale, va modificata questa situazione?
«Non è possibile perché c’è una situazione debitoria che andrà avanti ancora per parecchi anni. La sanità pubblica comunque deve essere al centro delle energie: una mia amica deve aspettare un anno per una mammografia. Ci sono liste di attesa allucinanti, la gente deve andare fuori regione per curarsi. Bisogna ripartire dalla sanità territoriale per non gravare sul pronto soccorso, stabilizzare i precari e riaprire le assunzioni rendendo quella del medico una professione sostenibile. Mancano migliaia di medici, infermieri e psicologi di base».


Proponete il reddito di cittadinanza regionale, di cosa si tratta?
«E’ la nostra risposta all’iniziativa folle del governo di togliere le uniche forme di sostegno che stanno dando una risposta a 350mila percettori di reddito che, tra pochi mesi, si troveranno senza un centesimo».


Dove li trovate i soldi?
«Con un fondo europeo “Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027” che prevede un’assegnazione al Programma Regionale del Lazio di circa 2 miliardi di euro. Si dovrà fare una quantificazione della spesa, con un censimento della popolazione, individuando i requisiti necessari».


Proponete anche un superbonus regionale, ovvero?
«La Regione Lazio potrebbe essere la prima ad aprire un canale parallelo a quello nazionale di incentivi alla ristrutturazione in chiave green. Possiamo mettere in campo una società regionale per comprare i crediti fiscali dalle banche e fluidificare il mercato degli interventi di ristrutturazione. La Regione potrebbe costituire un Fondo di garanzia per il credito bancario a favore delle imprese edilizie che non riescono a monetizzare i loro crediti».


Come?
«C’è il Fondo per lo Sviluppo e la coesione 2021-2027, per il quale viene presa in considerazione una stima della quota assegnata al territorio regionale del Lazio quantificata in 2,48 miliardi di euro».


(ha collaborato Lorena Loiacono)