San Pietro Vernotico si riempie di "quaremme": le foto

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Riscuote un grande successo ed una partecipazione inaspettata il contest lanciato dall’associazione “Dialetto Salentino” che a San Pietro Vernotico fa rivivere una tradizione antichissima legata ai riti quaresimali. “La Quaremma Santupithrara”, che nel dialetto locale sta ad indicare un personaggio tipico di San Pietro Vernotico, è rappresentata dal fantoccio di una vecchietta trasandata e vestita a lutto. Le Quaremme erano solitamente esposte all’esterno delle abitazioni, sui cornicioni dei palazzi, sospese per aria attaccate ad un filo o, come avviene per la prima edizione della nuova iniziativa, all’ingresso degli esercizi commerciali. 
In poco tempo, il nuovo contest è diventato un mood al quale tutti vogliono partecipare. Gran da fare da quando l’associazione ha annunciato sui canali social, il ritorno della Quaremma, tradizione che qualche decennio fa era in voga nel paese subito dopo Carnevale, a partire dal mercoledì delle ceneri e per tutto il periodo quaresimale. 
Non solo per la preparazione e l’acconciatura del fantoccio ma anche per dare un’identità ad esso e una caratteristica locale. L’origine della tradizione si perde nella notte dei tempi ed è, probabilmente, un rito proveniente dalle credenze pagane che si è poi fuso nei riti cristiani. «La Quaremma – spiega Pierluigi Covelli, presidente dell’associazione – è vestita di nero perché a lutto per la morte del marito, il Carnevale (“Lu Carniale”), che nei suoi ultimi giorni di vita si è dato ad una vita dissoluta sperperando tutti i suoi beni e lasciando la povera moglie nella totale miseria». 

Il contest

Da qui il motivo per cui, nella tradizione, accanto al pupazzo si appendevano anche altri oggetti: una bottiglietta di olio (a rappresentare l’olio usato per le lampade in modo da poter continuare di notte il proprio lavoro), una di aceto (simbolo della ristrettezza economica in cui vive) e sette taralli o fichi secchi (a rappresentare la povertà del cibo a disposizione). La Quaremma rimane appesa per tutto il periodo quaresimale a rappresentare penitenza, sacrificio e digiuno, secondo le tradizioni quaresimali. «Da parte nostra abbiamo inteso riprendere questa tradizione del nostro territorio soprattutto a beneficio dei giovanissimi per tramandare la conoscenza di tradizioni e costumi salentini ma anche per ridare “memoria” agli anziani», spiega Covelli. 
Secondo l’antica tradizione, inoltre, ogni fantoccio tiene nella mano destra un fuso e un filo di lana, strumenti per cucire che rappresentano la laboriosità e lo scorrere nel tempo. L’associazione Dialetto Sampietrano ha invitato la popolazione – privati, commercianti, associazioni – a preparare ed esporre le proprie Quaremme, sdoganando la vecchia usanza attraverso la tecnologia. 
Sul sito dell’associazione www.asd-dialettosampietrano.org è infatti possibile visualizzare l’elenco delle diverse Quaremme, la loro immagine, la posizione geografica e le filastrocche dialettali in rima baciata che accompagnano molte delle nuove “cittadine” di San Pietro. Protagoniste oltre la quaresima, le vecchine saranno portate in piazza del Popolo domenica 16 aprile ed esposte al giudizio di una commissione che premierà le Quaremme più rappresentative della tradizione.