Lecce di notte, fra luci e silenzi dimenticati: le immagini

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Bisogna avere pazienza e aspettare. Almeno le tre di notte. È a quest'ora che la città, Lecce, comincia a riposare. Può tirare un sospiro e addormentarsi per qualche ora. Prima che ricominci tutto. Ma c'è ancora tempo, adesso, per godersela. Vuota, ma soprattutto silenziosa. Il silenzio. Quando è diventato difficile trovare il silenzio in questa estate in cui tutto corre e urla.


Come quello che c'è ora tra viale Taranto e viale degli Studenti. Surreale quasi. Il Cantiere e il Barroccio hanno chiuso da poco, la marea di ragazzi festanti piano piano si è dispersa, lasciandosi dietro una scia di bicchieri e bottiglie. I settecento metri del viale sono un lungo nastro nero d'asfalto illuminato più dai semafori che dai lampioni che fanno fatica a farsi strada tra le chiome degli alberi di Giuda. Il viale degli Studenti non è male e senza le auto che lo percorrono ti fa capire cosa poteva essere quando è stato concepito: le rambles leccesi. Tante panchine, tanti locali, tanti tavolini e sedie. Le auto non sono andate mai via, ma in compenso - quasi come in un presagio - è arrivata la movida. E che movida. Su viale Taranto si fa notte... ogni giorno. Ristoranti e bar hanno tutti appeso tra gli alberi delle lampadine: sembra di essere a Natale se non fosse per i 25 gradi che non danno tregua nemmeno di notte. Sfreccia di tanto in tanto qualche monopattino, veri padroni della città quando calano le tenebre e i vigili spariscono. Molti di loro fanno la spola con il centro storico. Ma sono ormai le 3 e mezzo e a malincuore ci si arrende all'evidenza che bisogna andare a letto. E piazza Sant'Oronzo ringrazia dopo un altro giorno di grande assedio. La colonna svetta solitaria e bianca. Senza la sua statua. Sta là a sorreggere il nulla se non il cielo stellato con la sua luna crescente. Bianco, blu e giallo.


Il basolato sembra tirato a lucido, quasi brilla alla luce gialla dei vecchi lampioni che lo inseguono nei vicoli stretti del centro storico. Se alzi lo sguardo, scopri una delle cose più belle di Lecce: i suoi balconi. Il rosso dei gerani che spicca sulla pietra leccese. La pietra leccese dei balconi, ma anche dei palazzi storici, di Santa Croce e della chiesa del Rosario, di Sant'Irene. E di piazza Duomo. Strano come la bellezza riesca a sorprendere ogni volta. Come se fosse la prima volta o comunque una volta diversa. Come in questa notte. Via i turisti, via le auto, via i colori di sciarpe fiorate, di cappelli di paglia che cercano invano di riparare dal sole spietato di questa estate, di magliette e di gonne leggere: via i colori, resta solo il bianco senza tempo.
Il corso è deserto, serrande di negozi abbassate dopo una giornata di lavoro.
Tanti tavolini sono però lasciati fuori, tanto tra poche ore questa città tornerà a riempirsi e a girare come una trottola: cappuccini, caffè in ghiaccio, pasticciotti, aperitivi e tutto il resto. Bella Lecce anche di giorno, piena di luce e di rumori che però, in questo momento, non mancano affatto.