Draghi su ddl Zan e Vaticano: «Italia stato laico, Parlamento libero di discutere»

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«Siamo uno Stato laico, non confessionale». Queste le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi nella replica in Aula al Senato, rispondendo così sul ddl Zan al senatore Alfieri: «Questo è il tempo del Parlamento e non del governo, ma il nostro ordinamento dà tutte le garanzie di rispetto dei principi costituzionali. A proposito della discriminazione mi soffermo sulla discussione di questi giorni in Senato, senza voler entrare nel merito della questione. Il nostro è uno stato laico, il Parlamento è sempre libero di discutere».

 

Draghi su ddl Zan e Vaticano

 

«Il senatore Alfieri mi chiedeva a proposito della discriminazione - ha esordito così il premier Draghi sul tema -. Dunque, prima di tutto mi soffermo sulla discussione in questi giorni in Senato, senza voler entrare nel merito della questione. Quello che però voglio dire - specialmente rispetto agli ultimi sviluppi - è che il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale. Quindi il Parlamento è certamente libero di discutere - ovviamente, sono considerazioni ovvie - e di legiferare. Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per assicurare che le leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il concordato con la Chiesa. Vi sono i controlli di costituzionalità preventivi nelle competenti commissioni parlamentari: è di nuovo il Parlamento che, per primo, discute della costituzionalità, e poi ci sono i controlli successivi nella Corte Costituzionale», ha proseguito il Presidente del Consiglio.

 

Draghi: laicità non è indifferenza a religione

 

«Voglio infine precisare una cosa - ha poi detto Mario Draghi -, che si ritrova in una sentenza della Corte Costituzionale del 1989: la laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, la laicità è tutela del pluralismo e delle diversità culturali. Infine, per completare l'informazione, ieri l'Italia ha sottoscritto con altri 16 Paesi europei una dichiarazione comune in cui si esprime preoccupazione sugli articoli di legge in Ungheria che discriminano in base all'orientamento sessuale. Queste sono le dichiarazioni che oggi mi sento di fare, senza entrare ovviamente nel merito della discussione parlamentare. Come vedete, il governo la sta seguendo ma questo è il momento del Parlamento, non è il momento del governo».

 

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Covid, Draghi: non è liberi tutti, ricordare la lezione dello scorso anno

 

«Non c'è alcun dubbio che la situazione vaccinale ed epidemiologica avrebbe beneficiato dalla stagionalità: non è un liberi tutti, l'anno scorso abbiamo avuto una lezione - dice ancora il premier nella replica in Aula al Senato -. Ora dobbiamo imparare a essere pronti con infrastrutture, logistica, trasporti locali e individuare i focolai. La continuazione della cooperazione con le Regioni è importante. Dobbiamo tenere alta l'attenzione».

 

Migranti, Draghi: senza integrazione si creano nemici del Paese

 

«Una volta che si hanno flussi» migratori «legali, bisogna aiutare a essere integrati, altrimenti noi facciamo innanzitutto un danno a noi stessi, creiamo nemici del paese», ha detto il premier Mario Draghi nella replica al Senato.