Aeroporto Fiumicino, l'area drive-in per i tamponi anti Covid-19

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All'aeroporto di Fiumicino il drive in più grande d'Europa. Aperto h24 e allestito in 72 ore dalla Regione, i medici della Asl 3, dalla Croce Rossa da Aeroporti di Roma, il presidio è stato collocato non lontano dall'aeroporto, nel parcheggio lunga sosta. Duplice la funzione: coprire e rafforzare il controllo sui passeggeri del Leonardo da Vinci (il drive in al Terminal 3 chiude alle 18) e garantire un miglior monitoraggio nella parte sud orientale della Capitale, dove sono oberati di lavoro le strutture di Casal Bernocchi e del Forlanini. 

Due i percorsi differenziati per fare i tamponi: uno aperto a tutta la cittadinanza, che arriva con la propria auto, un altro destinato ai passeggeri appena sbarcati all'aeroporto. Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ieri a Fiumicino, ha dichiarato: «Questo è il 25mo drive in che apriamo nel Lazio. Così si rende più sicuro viaggiare in aereo. Soprattutto stiamo lanciando un progetto che può essere una sperimentazione a livello nazionale, quando si entrerà nel merito del progetto un biglietto un tampone». Ha aggiunto il suo assessore alla Sanità, Alessio D'Amato: «Questa struttura lavora h24 e già da ieri ha fatto 500 tamponi rapidi con due esiti positivi. Oggi l'attività di testing è quella principale per fare lo screening e per prevenire i casi asintomatici che sono quelli prioritari». 

Marco Troncone, ad di Aeroporti di Roma, sottolinea il contributo del gestore dello scalo alla «realizzazione di una struttura molto importante, la più grande del Lazio, che impiega oltre 7mila metri quadri del nostro parcheggio lunga sosta. E garantisce l'operatività di sei postazioni di test e può ospitare fino a 130 autovetture». Quindi ha ricordato che la situazione del traffico aereo «è molto grave. Agosto, che è il nostro mese di punta, ha registrato un calo del traffico di oltre l'80 per cento. In pratica, sui cinque passeggeri che normalmente sarebbero passati, quattro hanno deciso di non volare. La porta verso l'Italia è aperta, ma pochissimi lo fanno».