San Severo, rubati 40 quintali di olive. L'allarme della Cia: «Agricoltori nel mirino della criminalità»

San Severo, rubati 40 quintali di olive. L'allarme della Cia: «Agricoltori nel mirino della criminalità»
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:05

Un furto da maestri, nottetempo. Un furto che ha richiesto una minuziosa organizzazione e la partecipazione di più persone. A San Severo, in provincia di Foggia, sono stati infatti rubati 40 quintali di olive nella notte fra il 18 e il 19 ottobre scorsi. «Chi ha compiuto il furto, ha spogliato 50 alberi secolari del loro prezioso carico di olive» ha dichiarato Michele Ferrandino, presidente di CIA Capitanata, declinazione provinciale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia.

La denuncia

«Il nostro associato ha denunciato il furto, naturalmente, c’è però una situazione peculiare molto preoccupante a San Severo.

Negli ultimi anni, si è registrata un’escalation di fatti criminali che hanno avuto gli agricoltori, le aziende e le cooperative agricole come vittime. Ci sono stati sabotaggi, atti di intimidazione e auto incendiate, a cui non da ora si aggiungono furti come quello avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 novembre. Quello che risulta chiaro ed evidente, ormai - ha aggiunto Ferrandino - è che proprio l’agricoltura e la sua economia sana, che a San Severo rappresenta storicamente una leva fondamentale di reddito e occupazione, sono entrate nel mirino delle organizzazioni criminali».   

«All’azienda esprimiamo la nostra piena solidarietà - ha aggiunto Nicola Cantatore, direttore di CIA Capitanata - ma siamo dolorosamente consapevoli che questo non basta. Lo diciamo da tempo, anche per altri territori: occorre che lo Stato metta forze dell’ordine e magistratura di avere maggiori risorse umane, mezzi e strumenti a disposizione per contrastare efficacemente la criminalità organizzata in questo territorio».

Il precedente

Lo scorso agosto, sempre a San Severo, ignoti criminali hanno completamente distrutto cinque ettari di vigneto tagliandone i tiranti. Proprio in quella occasione, CIA Capitanata era tornata a rilevare quanto la situazione fosse (ed è ancora) esplosiva, caratterizzata da  un’esasperazione crescente e un senso di impotenza che alimenta frustrazione e rabbia. «Da tempo chiediamo l’istituzione di una polizia rurale regionale. Torniamo a chiedere l’utilizzo dell’esercito per presidiare efficacemente il territorio» hanno ribadito i dirigenti dell'associazione. 

«Occorre un migliore coordinamento tra tutte le forze di polizia preposte, anche quelle private. Servono più controlli e maggiori risorse strumentali d’indagine, di uomini e mezzi al servizio della magistratura e delle forze dell’ordine. Nel recente passato - scrive Cia - abbiamo chiesto più volte l’istituzione di una polizia rurale regionale. Alla luce della recrudescenza dei fenomeni, torniamo a chiedere di utilizzare anche l’esercito per presidiare efficacemente il territorio. Chiediamo sia presa in considerazione anche la possibilità di un presidio non armato, ma ugualmente utile per il controllo delle zone rurali e l’immediata segnalazione».

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