Un'intercettazione su un imprenditore più volte vittima di attentati della «Società foggiana» ha consentito ai carabinieri di scoprire che anche i titolari di un noto bar di Foggia erano a rischio racket: così è partita l'indagine che ieri ha portato all'arresto, su ordinanza del Gip del Tribunale di Bari e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dei fratelli Giuseppe e Roberto Bruno, di 24 e 20 anni, accusati di estorsione aggravata dalla mafiosità.
I due fratelli sono i figli di Gianfranco Bruno (detto il Primitivo) ritenuto al vertice della batteria «Moretti- Pellegrino-Lanza».
«Qua comandiamo noi»
I carabinieri registrarono a gennaio un colloquio tra l'imprenditore e il barista nel corso del quale quest'ultimo raccontava all'amico che il giorno prima nel suo locale erano andati i due fratelli Bruno e non avevano pagato la consumazione dicendo, «qua comandiamo noi».
«Se devo stare soggetto a loro, non mi conviene, io rischio la vita lì dentro» disse il proprietario del locale, rifiutando il suggerimento di trovare un accordo. «Andare a parlare con quelle persone - disse - vuol dire che ti devi sottomettere».