Racket, imprenditore vittima di estorsioni. L'intercettazione choc: «Io rischio la vita lì dentro»

Racket, imprenditore vittima di estorsioni. L'intercettazione choc: «Io rischio la vita lì dentro»
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Sabato 29 Ottobre 2022, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 19:51

Un'intercettazione su un imprenditore più volte vittima di attentati della «Società foggiana» ha consentito ai carabinieri di scoprire che anche i titolari di un noto bar di Foggia erano a rischio racket: così è partita l'indagine che ieri ha portato all'arresto, su ordinanza del Gip del Tribunale di Bari e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dei fratelli Giuseppe e Roberto Bruno, di 24 e 20 anni, accusati di estorsione aggravata dalla mafiosità.

I due fratelli sono i figli di Gianfranco Bruno (detto il Primitivo) ritenuto al vertice della batteria «Moretti- Pellegrino-Lanza».

«Qua comandiamo noi»

I carabinieri registrarono a gennaio un colloquio tra l'imprenditore e il barista nel corso del quale quest'ultimo raccontava all'amico che il giorno prima nel suo locale erano andati i due fratelli Bruno e non avevano pagato la consumazione dicendo, «qua comandiamo noi».

«Se devo stare soggetto a loro, non mi conviene, io rischio la vita lì dentro» disse il proprietario del locale, rifiutando il suggerimento di trovare un accordo. «Andare a parlare con quelle persone - disse - vuol dire che ti devi sottomettere».

Concetti ribaditi dall'altro titolare: «io il bar voglio lasciare, mi fanno passare tutta la voglia». Questo ha generato terrore nelle vittime dell'estorsione, ad un certo punto, hanno addirittura pensato di chiudere il proprio locale, cosa tra l'altro fatta seppur temporaneamente, e di trasferirsi in un'altra città.

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