"Jessica e Tefta scappavano e io le inseguivo con il coltello". Duplice omicidio di Torremaggiore, convalidato il fermo del panettiere

"Jessica e Tefta scappavano e io le inseguivo con il coltello". Duplice omicidio di Torremaggiore, convalidato il fermo del panettiere
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Giovedì 11 Maggio 2023, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 16:35

Il gip del tribunale di Foggia, Roberta di Maria, ha convalidato il fermo del panettiere 45enne Taulant Malaj, e ha emesso nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Taulant ha confessato di avere ucciso domenica scorsa a Torremaggiore (Foggia) sua figlia 16enne Gessica e il suo vicino di casa, il 51enne Massimo De Santis, che riteneva essere l'amante di sua moglie.

Gessica, morta per difendere la madre

La 16enne è stata uccisa mentre tentava di difendere sua madre dall'aggressione del 45enne. Tefta, 39 anni, è rimasta ferita ed è ricoverata nel policlinico di Foggia. Domani sarà ascoltata dagli inquirenti. Intanto è stato affidato dalla Procura della Repubblica di Foggia l'incarico per l'effettuazione delle autopsie, che sono cominciate in mattinata nell'istituto di medicina legale del Policlinico di Foggia. Il consulente tecnico, incaricato dell'accertamento tecnico irripetibile, si è riservato il deposito della relazione entro 60 giorni dall'esame.

La difesa di Malaj, reo confesso, ha nominato quale consulente medico-legale il dottor Giovanni Dell'Aquila.

Il video choc

«Guardate qua, questo l'omicidio, queste sono. Ti ho perdonato già una volta, basta. Dov'è il figlio? Guarda le ho accoltellate e le accoltellerò ancora». Sono alcune delle parole che Taulnat Malaj pronuncia nel video - acquisito agli atti - che ha registrato subito dopo aver ucciso con un coltello a serramanico dalla lama lunga otto centimetri. «Buonasera. Mi chiamo Taulant Malaj. Lo vedete questo qua - dice inquadrando il corpo di De Santis - questo è l'italiano. Ecco questo è, e l'ho perdonata una volta con il primo. Questo è il secondo. Guardate l'ho accoltellato io da solo, da solo. Li ho uccisi tutti e tre, anche la ragazza». Il video è stato poi inviato da Taulant a un suo amico, a quale aveva prima telefonato dicendo di avere ucciso una persona, insieme ad altri tre filmati «risalenti al pomeriggio del 5 maggio 2023 in cui il Malaj insisteva con la moglie per avere dettagli sulla relazione extraconiugale della stessa con il De Santis».

Il racconto agli inquirenti

La notte tra sabato e domenica scorsi, dopo avere ucciso Massimo De Santis, che riteneva fosse l'amante di sua moglie, il 45enne Taulant Malaj ha spiegato agli inquirenti di essere andato in camera da letto «dove c'era mia moglie; l'ho colpita e nel mentre è entrata Jessica, la quale voleva proteggere la mamma. Allora io ho colpito anche Jessica e l'ho uccisa. Manco mi ero reso conto che fosse lei. Jessica purtroppo si è trovata nel momento sbagliato. Dal letto loro due sono scappate in cucina dove ho continuato a colpirle». È un passaggio della confessione di Malaj.

«Dopo mezz'ora - ha spiegato ancora Malaj - sono uscito di casa, precisamente nell'androne condominiale, e mi sono reso conto di cosa avevo fatto. Immediatamente dopo tornavo a fare il video che avete acquisito». Malaj ripercorre quanto accaduto la notte tra sabato e domenica. «Alla sera - ricorda - siamo andati a dormire dopo aver cenato. Ad un certo punto mi sono alzato e ho visto mia moglie chattare con Massimo. Sono uscito fuori sulle scale perché sapevo che stava per arrivare Massimo e infatti lui si è fermato al mio piano con l'ascensore. Gli ho chiesto cosa facesse al mio piano e lui diceva di aver sbagliato casa, si è anche arrabbiato ma io gli ho ribadito che non doveva avere a che fare con mia moglie. Lui mi ha spinto e da lì è partito il casino. Lui è scappato e io sono rientrato in casa a prendere un coltello. Mi è preso un diavolo in testa, l'ho rincorso per le scale e ora non ricordo bene quando l'ho colpito e per questo lo avete trovato nell'androne condominiale».

Nell'ordinanza di convalida di fermo emesso dal gip del tribunale di Foggia, Roberta di Maria, si spiega che sono state «23» le coltellate inferte al 51enne «di cui una alla testa, al collo, 16 al torace e all'addome e tre all'arto sinistro superiore». «Dato - secondo il gip - sintomatico della furia omicida con cui l'indagato ha agito». Quanto al coltello a serramanico trovato in auto, Malaj ha riferito che era «intenzionato a scappare ma poi aveva cambiato idea».

La cognata che ha preso il bambino

«Approfittando dei soccorsi sono salita su da sola in appartamento e ho preso il bambino e l'ho portato giù. In casa c'era la mamma stesa che mi chiedeva di portarlo giù. Poi sono venuti i Carabinieri e io e mio marito siamo andati via». A dirlo agli inquirenti è la cognata di Taulant Malaj che vive con suo marito a pochi minuti dalla casa in via Togliatti. «Intorno all'1.40 - ricorda la cognata - Taulant ha chiamato mio marito, cioè suo fratello, ma non ha risposto. Io l'ho svegliato e gli ho detto di chiamare il fratello e lui così ha fatto. Taulant al telefono riferiva soltanto di aver ammazzato tre persone e diceva» al fratello «di andare a casa sua. lo ho vietato tal cosa a mio marito, allora, Taulant si è recato sotto casa mia, ha bussato più 7 volte con il clacson della sua auto e io sono scesa giù per prima e dopo di me mio marito». «Abbiamo visto Taulant e lui diceva di andare a casa sua perché aveva ammazzato tre persone e che c'era il bambino terrorizzato. Ci diceva, quindi, di venire a prendere il bambino. Allora lo abbiamo seguito a piedi per non salire nella sua auto. Arrivati presso casa sua, non c'era né ambulanza né polizia. Da fuori abbiamo notato nelle scale condominiali un uomo steso a terra senza riconoscerlo. Dopo due minuti è giunta l'ambulanza».

Insensibilità verso la vita umana

Nella parte del provvedimento dedicato alle esigenze cautelari si evidenzia il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. «Le brutali modalità di realizzazione dei fatti mostrano nell'indagato una assoluta insensibilità verso la vita umana ed una non comune propensione al delitto come mezzo di affermazione delle proprie convinzioni e come modalità di affermazione del proprio ruolo all'interno della famiglia».

Il fratello dell'omicida 

"Assolutamente non sapevo nulla di relazioni extraconiugali, mio fratello non mi ha mai riferito di essere tradito tantomeno mi ha riferito quelle che erano le sue intenzioni». E' quanto dichiarato agli inquirenti dal fratello di Taulant Malaj.

Il provvedimento di 11 pagine

«Il quadro indiziario - già grave e supportato dalle dichiarazioni confessorie del prevenuto - si è consolidato a seguito dell'acquisizione dei filmati che hanno ripreso quasi integralmente le scene in cui l'uomo colpiva ripetutamente con chiara volontà omicida sia la moglie che la figlia all'interno della sua abitazione. Le modalità del fatto e l'entità delle lesioni cagionate alle vittime mostrano chiaramente che il Malaj ha agito con l'intenzione di cagionare la morte non solo del De Santis ma anche della moglie e della figlia» si legge nel provvedimento di 11 pagine. La giovane Jessica - «che con coraggio ha cercato in tutti i modi e fino alla fine di difendere la madre dalla brutale aggressione del padre» è stata colpita «volontariamente» - come mostrano le telecamere nell'appartamento di Torremaggiore -, «non solo quando interveniva in un primo momento all'interno della camera da letto, ma anche quando l'aggressione continuava all'interno del salone dell'abitazione».

Gessica, uccisa con almeno 4 coltellate al torace

La minore, da un primo esame del medico legale è stata uccisa con «non meno di 4 coltellate al torace», mentre sul corpo di De Santis «sono state riscontrate un numero non inferiore a 23 coltellate», alla testa, al collo, al torace e all'addome e al braccio sinistro, «e questo è un dato sintomatico della furia omicida con cui l'indagato ha agito, non lasciando sostanzialmente scampo alla vittima». Allo stesso modo la modalità con cui il Malaj si è avventato nei confronti della moglie, inizialmente, presa di sorpresa, in piena notte, mentre si trovava nel letto, «era tale da poterne cagionare la morte. Dalle immagini estrapolate dai video presenti nell'abitazione è possibile vedere chiaramente che l'indagato, inveiva contro la stessa, sferrando molteplici coltellate nei suoi confronti anche nella parte superiore del tronco, in cui hanno sede organi vitali». La mancata morte è dovuta oltre che dalla reazione della stessa Tefta, «dall'intervento della giovane figlia Jessica nonché probabilmente dal convincimento di averla effettivamente lasciata a terra esanime», oltre che dall'arrivo successivo dei sanitari.

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