Jessica morta, interrogatorio alla mamma Tefta in ospedale/Domani i funerali di De Santis

È in corso l'interrogatorio nel reparto di chirurgia generale del Policlinico Riuniti di Foggia

Duplice omicidio a Torremaggiore: Tefta ascoltata dagli inquirenti in ospedale
Duplice omicidio a Torremaggiore: Tefta ascoltata dagli inquirenti in ospedale
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Venerdì 12 Maggio 2023, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 22:35

È terminato nel reparto di chirurgia generale del Policlinico Riuniti di Foggia l'interrogatorio di Tefta Malaj, la moglie di Taulant Malaj, che lo scorso fine settimana ha ucciso a coltellate la figlia Jessica e il vicino di casa Massimo De Santis. 

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L'interrogatorio è durato circa due ore e si è tenuto alla presenza del sostituto procuratore Antonio Laronga e della pm inquirente Sabrina Cicala coadiuvati dai carabinieri. Subito dopo la mamma di Tefta si è allontanata in compagnia del pm e del tenente dei carabinieri senza parlare con i giornalisti che erano in attesa all'esterno del reparto.

Domani i funerali

Si terranno domattina alle 10.30 nella Chiesa Divino Lavoratore che si trova in via a Iozzo a Torremaggiore (Foggia), i funerali di Massimo De Santis il 51enne ucciso lo scorso fine settimana con 23 coltellate da Taulant Malaj, il panettiere di 45 anno reo confesso che è ora in carcere.

La vittima è stata accoltellata perché l'assassino era convinto che avesse una relazione extraconiugale con la moglie. Nella furia omicida Malaj ha accoltellato e ucciso anche sua figlia Jessica di 16 anni intervenuta in difesa della mamma e ferito la donna. I funerali della ragazzina non sono stati ancora fissati.

«Gelosia ossessiva e morbosa»

Ossessiva e morbosa. Affibbia questi aggettivi la giudice per le indagini preliminari del tribunale di Foggia, Roberta di Maria, alla gelosia che Taulant Malaj, 45 anni panettiere di origini albanesi nutriva, alimentava e covava verso la moglie Tefta. Una gelosia diventata tormento che si è cibato di filmati, di pensieri assillanti di infedeltà che si sono tramutati in tremendo delitto. Perché quel «diavolo che mi ha preso in testa», le parole del 45enne, ha accecato la mente, confuso la vista e imbrattato le mani di morte di un padre divenuto assassino. E che con un coltello a serramanico dalla lama lunga otto centimetri ha infierito 23 volte su Massimo De Santis- il barista di 51 anni per lui l'amante della moglie- e almeno quattro volte su sua figlia Jessica. Un'arma con ha deturpato l'addome e il torace di sua moglie Tefta.

«Ammetto di averli uccisi e di aver provato a uccidere mia moglie», la candida e ferale ammissione davanti a chi, a poche ore dall'orrore, l'ha interrogato. Un susseguirsi di dichiarazioni inserite nell'ordinanza con cui il gip, convalidando il fermo per duplice omicidio e tentato omicidio, ha disposto la detenzione in carcere. Deve restare in cella Taulant e i motivi sono chiari: «Il tipo di reato commesso, il movente che lo ha ispirato (ossessiva e morbosa gelosia verso la moglie); il fatto che neanche la presenza del figlio minore di appena cinque anni, che assisteva inerme alla violenza perpetrata ai danni della madre e della sorella, lo abbia fatto desistere dalla sua azione criminosa e dall'aver ostentato la propria inconcepibile "impresa" riprendendo le vittime subito dopo averle accoltellate mortalmente e facendo mostra del proprio "folle" gesto inviando il video a un amico», si legge nel provvedimento. In cui il gip annota e aggiunge forse la più greve delle motivazioni: «Mancanza di segni concreti di resipiscenza».

Il 45enne non si è ravveduto, per la giudice. Anzi, la sua posizione «già grave e supportata dalle dichiarazioni confessorie» ha definito un quadro indiziario che «si è consolidato a seguito dell'acquisizione dei filmati che hanno ripreso quasi integralmente le scene in cui colpiva ripetutamente con chiara volontà omicida sia la moglie che la figlia». «Chiara volontà omicida»: un giudizio senza scampo perché «Malaj ha agito con l'intenzione di cagionare la morte non solo di De Santis ma anche della moglie e della figlia» e lo confermano «le modalità del fatto e l'entità delle lesioni provocate alle vittime». Era una furia Taulant, animato da un impeto impazzito e riversato sul 51enne. L'ha atteso e quando l'ha visto sbucare dall'ascensore, non ci ha visto più. «Gli ho chiesto cosa facesse al mio piano e lui diceva di aver sbagliato casa, si è anche arrabbiato ma io gli ho ribadito che non doveva avere a che fare con mia moglie ricostruisce - Lui mi ha spinto e da lì è partito il casino. Lui è scappato e io sono rientrato in casa a prendere un coltello. L'ho rincorso per le scale e ora non ricordo bene quando, l'ho colpito nell'androne condominiale».

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