Ucciso a colpi di arma da fuoco: la vittima è un 21enne Nicola Di RienzNicola Di Rienz. È un uomo di 21 anni la vittima dell’agguato avvenuto nel pomeriggio di oggi a Foggia. Si tratta di Nicola Di Rienzo, ucciso nel parco che si trova alle spalle della chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria del capoluogo dauno.
Cosa è successo in quel parco
Un 21enne ucciso, forse per motivi passionali, e a sparare sarebbe stato un 17enne, che si è presentato spontaneamente in Questura. È successo ieri sera a Foggia, e nella provincia dauna si tratta dell’ennesimo fatto di sangue del 2022.
«Ho sentito dei rumori cupi e sordi ma non li ho collegati a un omicidio, a una vita che terminava sul vialetto di un parco pubblico. Qui, petardi, micce e mortaretti dalla carica anche consistente vengono fatti esplodere a ogni ora del giorno e della notte: ho pensato fossero i soliti botti, e invece...». E invece, don Sebastiano Iervolino parroco ancora per pochi giorni della chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria di Foggia è stato smentito. Perché quei colpi ascoltati mentre preparava la celebrazione eucaristica e sistemava la casula viola per la prima domenica di Avvento, erano il suono di una calibro 22 che intorno alle 18 ha stracciato la vita di Nicola Di Rienzo, 21 anni di Foggia.
Al loro arrivo, poliziotti e carabinieri, lo hanno trovato riverso su uno dei sentieri dalle beole chiare del parco che si trova alle spalle della parrocchia, in un quartierone che va dallo stadio fino a oltre la tangenziale del capoluogo.
Il minorenne
Un ragazzino, 17 anni appena che gli investigatori hanno ascoltato mentre il magistrato della procura per i minorenni di Bari che ha competenza anche sulle province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, raggiungeva la città. Su di lui si sono concentrati interrogativi e sospetti. Perché potrebbe essere stato lui a premere il grilletto. Quattro i proiettili che non hanno dato scampo al 21enne, ucciso forse per quei motivi che la ritualità codicistica inquadra nel movente passionale. Un raptus infuso dalla gelosia? Un dramma covato e poi urlato con l’angosciosa inquietudine di un’arma compatta e leggera? Le ragioni che – forse - hanno spinto un ragazzino a fare fuoco sono da stabilire, così come va anche chiarito come mai avesse una pistola e perché andasse in giro portandola con sé. Era una abitudine oppure uno studiata e terribile decisione? «Se davvero è stato lui, se davvero un adolescente di 17 anni gira per la città armato con la possibilità di rovinarsi la vita, allora dobbiamo seriamente preoccuparci di salvare esistenze che potrebbero essere per sempre segnate o perdute», riflette don Sebastiano confessando che «noi ci mettiamo impegno per dare ai più giovani luoghi sani, in cui riscontrare la presenza di valori non solo cristiani ma anche degni di una società civile. Episodi del genere però evidenziano che c’è ancora molto da fare».
Il rione – chiamato Camporeale per la vicinanza con l’omonimo tratturo - è popolare in cui prevale, tra i residenti, la nazionalità italiana e il parco è da sempre luogo di ritrovo ma «finora, a mia memoria, non sono mai accaduti delitti così gravi», sottolinea il sacerdote che lascia percepire nella voce preoccupazione. La stessa avvertita dall’assessore regionale al Welfare della Puglia, Rosa Barone che affida ai social la sua ira risentita. «È il 14esimo omicidio dall’inizio dell’anno – scrive - a una situazione grave ed eccezionale va data una risposta ugualmente eccezionale se la si vuole risolvere».
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