Caporalato: gli indagati sono accusati di sfruttamento e intermediazione illecita

Caporalato: gli indagati sono accusati di sfruttamento e intermediazione illecita
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Venerdì 2 Aprile 2021, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 20:46

Quattro euro all'ora per spaccarsi la schiena nei campi. E se sbagliavano i conti dei pomodori raccolti, erano pure multati. È quanto accertato dai carabinieri di Foggia che hanno arrestato tre imprenditori (2 ai domiciliari, 1 in carcere, un altro è ricercato), e hanno eseguito sei misure cautelari dell'obbligo di firma. Gli indagati sono accusati di sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita.

In 20 su furgoncini da 9 posti

I migranti venivano pagati 4 euro l'ora per lavorare nei campi del Foggiano e per essere trasportati sul luogo di lavoro venivano ammassati in 20 all'interno di furgoni da nove posti. Nell'ambito della stessa operazione anti caporalato sono state sottoposte a controllo giudiziario otto aziende di Stornara ( Foggia) e contestualmente sono stati sequestrati beni strumentali per dieci milioni.

«Si tratta - spiegano gli investigatori - di aziende agricole importanti nel territorio foggiano con un fatturato complessivo annuo pari a sei milioni di euro». Le indagini sono partite a giugno scorso e hanno interessato l'area circostante la baraccopoli di Borgo Mezzanone, insediamento abusivo dove vivono stabilmente circa duemila migranti.

«Inizialmente - aggiungono gli inquirenti - i migranti sono apparsi reticenti con i militari poi però hanno ben compreso che si trattava di una opportunità». Nel corso di una perquisizione in una impresa, i carabinieri hanno anche sequestrato un tariffario aziendale in cui i braccianti venivano suddivisi per nazionalità e tipo di lavoro svolto.

L'appello sindacale

«Si inasprisca l'azione di contrasto al caporalato in vista delle imminenti raccolte primaverili ed estive in Capitanata.

Facciamo un plauso alle forze dell'ordine per il lavoro senza sosta che li vede impegnati quotidianamente, ma è indispensabile che la Prefettura coordini misure capillari, mirate e durissime per abbattere una volta per tutte questa piaga dolorosissima che si consuma ai danni dei lavoratori sfruttati».

È l'appello che lanciano congiuntamente Paolo Frascella, segretario della Fai Cisl Puglia; Carla Costantino, segretario generale della Cisl di Foggia; e Donato Di Lella, segretario della Fai Cisl Foggia.

«L'ultima maxi operazione che ha portato all'arresto di dieci persone e all'amministrazione controllata di otto aziende - proseguono - testimonia come non si possa abbassare la guardia, anzi vadano potenziati gli sforzi per contrastare il caporalato, il lavoro nero e lo sfruttamento nei campi. Temiamo che il Covid apra il campo ad un aumento della illegalità e dello sfruttamento, ecco perché chiediamo che la Prefettura di Foggia possa promuovere a coordinare una azione di contrasto che veda tutti coinvolti per arrivare a risultati significativi». «Il duro lavoro dei campi - concludono - non può essere ostaggio di delinquenti e criminali che annullano ogni minima percezione di rispetto della dignità umana di donne e uomini che mettono anche a rischio ogni giorno la loro vita».

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