Quattro euro all'ora per spaccarsi la schiena nei campi. E se sbagliavano i conti dei pomodori raccolti, erano pure multati. È quanto accertato dai carabinieri di Foggia che hanno arrestato tre imprenditori (2 ai domiciliari, 1 in carcere, un altro è ricercato), e hanno eseguito sei misure cautelari dell'obbligo di firma. Gli indagati sono accusati di sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita.
In 20 su furgoncini da 9 posti
I migranti venivano pagati 4 euro l'ora per lavorare nei campi del Foggiano e per essere trasportati sul luogo di lavoro venivano ammassati in 20 all'interno di furgoni da nove posti. Nell'ambito della stessa operazione anti caporalato sono state sottoposte a controllo giudiziario otto aziende di Stornara ( Foggia) e contestualmente sono stati sequestrati beni strumentali per dieci milioni.
«Si tratta - spiegano gli investigatori - di aziende agricole importanti nel territorio foggiano con un fatturato complessivo annuo pari a sei milioni di euro». Le indagini sono partite a giugno scorso e hanno interessato l'area circostante la baraccopoli di Borgo Mezzanone, insediamento abusivo dove vivono stabilmente circa duemila migranti.
«Inizialmente - aggiungono gli inquirenti - i migranti sono apparsi reticenti con i militari poi però hanno ben compreso che si trattava di una opportunità». Nel corso di una perquisizione in una impresa, i carabinieri hanno anche sequestrato un tariffario aziendale in cui i braccianti venivano suddivisi per nazionalità e tipo di lavoro svolto.
L'appello sindacale
«Si inasprisca l'azione di contrasto al caporalato in vista delle imminenti raccolte primaverili ed estive in Capitanata.
È l'appello che lanciano congiuntamente Paolo Frascella, segretario della Fai Cisl Puglia; Carla Costantino, segretario generale della Cisl di Foggia; e Donato Di Lella, segretario della Fai Cisl Foggia.
«L'ultima maxi operazione che ha portato all'arresto di dieci persone e all'amministrazione controllata di otto aziende - proseguono - testimonia come non si possa abbassare la guardia, anzi vadano potenziati gli sforzi per contrastare il caporalato, il lavoro nero e lo sfruttamento nei campi. Temiamo che il Covid apra il campo ad un aumento della illegalità e dello sfruttamento, ecco perché chiediamo che la Prefettura di Foggia possa promuovere a coordinare una azione di contrasto che veda tutti coinvolti per arrivare a risultati significativi». «Il duro lavoro dei campi - concludono - non può essere ostaggio di delinquenti e criminali che annullano ogni minima percezione di rispetto della dignità umana di donne e uomini che mettono anche a rischio ogni giorno la loro vita».