Trump punisce i 'Dreamers', Obama e Zuckerberg lo attaccano: ecco cosa è successo

Trump punisce i 'Dreamers', Obama e Zuckerberg lo attaccano: ecco cosa è successo
Trump punisce i 'Dreamers', Obama e Zuckerberg lo attaccano: ecco cosa è successo
di Mario Fabbroni
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Mercoledì 6 Settembre 2017, 08:45
«È particolarmente crudele offrire a giovani persone il Sogno Americano, incoraggiarle a emergere dall'ombra e a fidarsi del nostro governo, per poi punirli». Il post di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, riassume lo stato d'animo Usa alla notizia dell'ennesima cancellazione di una riforma Obama da parte di Trump.



«Autolesionista, sbagliato, crudele» sono pure le parole di Barak Obama. The Donald ha infatti abrogato il programma Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals), che metteva al riparo dall'espulsione i cosiddetti dreamers, i figli di immigrati irregolari. «Non saranno più accettate nuove domande di ammissione», ha annunciato il ministro della Giustizia, Jeff Sessions. Fine del sogno, stop all'integrazione per i figli degli immigrati irregolari portati negli States quando erano bambini: niente scuola, assistenza, aiuti economici.



Zuckerberg fa pure il titolo alla vicenda: «Per l'America è un giorno molto triste». Così mentre Jeff Sessions ha invitato il Congresso a legiferare per sostituire il programma prima della sua scadenza (a marzo), Zuckerberg (ma anche i vertici Apple) invita i legislatori a trovare una soluzione che permetta ai Dreamers di ottenere la cittadinanza Usa. 
Gli attuali 800mila beneficiari non saranno toccati, tuttavia «si tratta di un provvedimento incostituzionale», ha affermato Sessions, visto che Obama avrebbe bypassato il Congresso per dar vita al programma in favore dei Dreamers. 

Spicca la voce del senatore repubblicano John McCain, il quale parla di «approccio sbagliato sull'immigrazione» da parte di Trump «in un momento in cui è necessario che entrambe le parti (politiche, ndr) si uniscano per riformare il sistema e rendere e garantire la sicurezza delle frontiere. I giovani portati illegalmente in America non hanno alcuna colpa e non vanno obbligati a tornare in un Paese che non conoscono». 
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