«Trump dovrebbe vincere il Nobel per la Pace», la bomba del presidente sudcoreano. E la folla in Usa lo acclama: «Nobel! Nobel!»

«Trump dovrebbe vincere il Nobel per la Pace», la bomba del presidente sudcoreano. E la folla in Usa lo acclama: «Nobel! Nobel!»
«Trump dovrebbe vincere il Nobel per la Pace», la bomba del presidente sudcoreano. E la folla in Usa lo acclama: «Nobel! Nobel!»
di Simone Pierini
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Martedì 1 Maggio 2018, 15:12
«Donald Trump dovrebbe vincere il Nobel per la Pace». Non solo una provocazione ma un vero e proprio endorsement del presidente sudcoreano Moon Jae-in nei confronti del leader degli Stati Uniti. La proposta ha trovato gradimento tra gli elettori di Michigan che in occasione di un meeting con il tycoon lo hanno esaltato al grido: «Nobel! Nobel!».  

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Il Presidente Usa di fronte alla scelta tra Mongolia e Singapore ha sparigliato le carte con un tweet su dove tenere il prossimo storico summit fra lui e il leader nordcoreano Kim Jong-un, che avverrà «fra tre o quattro settimane».
 

«Numerosi Paesi sono presi in considerazione per l'incontro. Ma la Peace House/Freedom House, al confine fra Nord e Sud Corea, non sarebbe un luogo d'incontro più rappresentativo, più importante e duraturo rispetto a un Paese terzo? È solo una domanda!», ha scritto il tycoon, in merito, rispettivamente all'edificio nella Joint security area del villaggio di Panmunjom dove si sono incontrati venerdì Moon e Kim e a quello vicino, sempre al Sud. La sortita di Trump potrebbe tradire le resistenze incrociate sulla scelta. Ricevute le congratulazioni per la svolta impressa ai rapporti intercoreani, Moon ha replicato che «è il presidente Trump che dovrebbe ricevere il Nobel per la Pace. Noi abbiamo bisogno di prendere solo la pace»

Secondo Npr (radio pubblica Usa), il presidente stava rispondendo oggi, in una riunione col suo staff, alla lettera di Lee Hee-ho, vedova dell'ex presidente Kim Dae-jung, Nobel per la Pace nel 2000 in scia alla «sunshine policy» e al disgelo con Pyongyang, che allora portò al primo summit tra Sud e Nord. Ieri a un evento elettorale nel Michigan, la folla ha scandito all'unisono «Nobel! Nobel!» all'indirizzo del magnate. Da domani, in un nuovo piccolo passo in direzione della «nuova era» tra i due Paesi, il ministero della Difesa del Sud avvierà la rimozione dei potenti altoparlanti, sistemati lungo la linea di confine demilitarizzata (Dmz), usati nella propaganda contro il Nord.

Seul cominciò la trasmissione di messaggi al confine nel 1963: le parti «deposero i decibel» con un'intesa del 2015, ma il Sud riprese le attività a gennaio 2016 in risposta al quarto test nucleare di Pyongyang. Dal 5 maggio l'unificazione coreana avverrà nel nome del fuso orario. Il Presidium della Suprema assemblea del popolo nordcoreana ha adottato oggi il decreto di «revisione del fuso orario di Pyongyang», uniformandolo a quello di Seul. Rispetto al meridiano di Greenwich, non ci saranno più 8 ore e mezzo come deciso dal 15 agosto 2015, ma 9 ore per «unificare gli orari».

Intanto, la Cina ha annunciato la missione di Wang Yi, consigliere di Stato e ministero degli Esteri cinese, in Corea del Nord il 2 e 3 maggio su invito della controparte Ri Yong-ho. Nell'occasione, secondo le attese, saranno approfonditi gli scenari del summit con Trump e quelli emersi dal summit intercoreano, dalla «completa denuclearizzazione» alla nuova fase delle relazioni fino alla trasformazione dell'armistizio in trattato di pace su cui Pechino vorrà dire la sua. 
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