Veleno di serpente come droga, si facevano mordere sulla lingua: «Stessi effetti dell'oppio»

Veleno di serpente come droga, si facevano mordere sulla lingua: «Stessi effetti dell'oppio»
Veleno di serpente come droga, si facevano mordere sulla lingua: «Stessi effetti dell'oppio»
di Enrico Chillè
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Venerdì 14 Settembre 2018, 19:04
Avevano scoperto che farsi mordere da un cobra, con l'iniezione di veleno sulla punta della lingua, provocava un effetto assolutamente simile a quello dell'oppio. Per questo motivo, avevano deciso di contattare alcuni incantatori di serpenti in modo da farsi mordere sulla lingua e provare lo stesso effetto della droga, senza rischiare però di essere divorati dal pericoloso rettile.

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Come riporta il Telegraph, i protagonisti della vicenda sono due uomini provenienti dalla regione del Rajastan, in India. Dopo aver sviluppato una dipendenza dal veleno di serpente, il loro caso è diventato oggetto di uno studio pubblicato sull'Indian Journal of Psychological Medicine.

I due, come rivelato dagli stessi autori dello studio, sono due uomini sulla quarantina che affrontavano un grosso rischio nel farsi mordere sulla lingua dai serpenti per provare degli effetti analoghi a quelli dell'oppio: strani movimenti del corpo, vista offuscata e perdita di conoscenza per circa un'ora. Una volta svaniti gli effetti di quel veleno, però, i due ogni volta si destavano con euforia e con una perfetta sensazione di benessere. Per questo, secondo quanto rilevato dai ricercatori indiani, gli effetti potrebbero addirittura essere più forti di quelli degli oppiacei.

Quello che però ha stupito di più i medici è stata l'evidente abilità dei domatori di serpenti e il grande coraggio dei due uomini, anche perché il morso di un cobra è in grado di uccidere anche grossi animali, come i tori. In India l'utilizzo di veleni di serpenti come droga non è proprio una novità assoluta: prima di questo, erano stati registrati altri tre casi, in alcune comunità rurali e tra le classi più povere. I due protagonisti di questa storia, dipendenti dagli oppiacei da oltre 15 anni, provengono però da famiglie benestanti. Il loro, quindi, con tutta probabilità dev'essere stato più un desiderio di sperimentare che una reale necessità.
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