Coronavirus, il caso della Russia: «Vaccino in fase sperimentale ma già iniettato agli oligarchi»

Coronavirus, il caso della Russia: «In fase sperimentale ma già iniettato agli oligarchi»
Coronavirus, il caso della Russia: «In fase sperimentale ma già iniettato agli oligarchi»
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Lunedì 20 Luglio 2020, 22:47

Coronavirus, la Russia diventa il quarto paese mondiale per numero di contagi (oltre 777mila) anche se il dato delle vittime resta relativamente basso (12.427). I nuovi casi positivi quotidiani, tuttavia, superano abbondantemente le cinquemila unità e si cerca di accelerare a tutti i costi la fase sperimentale del vaccino. Intanto, spunta fuori una clamorosa indiscrezione: gli oligarchi russi, l'elite di politici e imprenditori più importanti di tutto il paese, hanno chiesto e ottenuto di farsi iniettare il vaccino sperimentale già durante la prima fase di 'trial'.

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A rivelarlo è Bloomberg, che spiega come alcune decine di oligarchi russi, già dal mese di aprile, hanno chiesto e ottenuto di farsi inoculare il vaccino sperimentale contro il Sars-CoV-2. Il vaccino è in fase di elaborazione presso l'Istituto Gamaley di Mosca e sono diversi i proprietari dei colossi industriali russi che, pur assumendo un certo rischio, hanno voluto avere la priorità durante la sperimentazione sull'uomo, insieme ad alcuni membri dell'esercito. Alcuni di loro sostengono di stare benissimo, altri invece avrebbero accusato febbre e lievi dolori muscolari.

Kirill Dmitriev, numero uno del Fondo per gli investimenti esteri diretti, ha spiegato: «Vorremmo iniziare a usare il vaccino tra agosto e settembre, attendiamo l'approvazione delle autorità. La terza fase vedrà coinvolti anche paesi del Medio Oriente e altre nazioni». Anche Dmitriev, secondo Bloomberg, sarebbe stato sottoposto al vaccino, anche se le autorità sanitarie hanno smentito l'indiscrezione, forse anche per non farlo sapere alla popolazione ed evitare una ressa di volontari. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha invece rivelato che Vladimir Putin non ha ricevuto alcun vaccino: «Per un capo di Stato non è consigliabile usare un vaccino non ancora certificato».

Il vaccino che sta sviluppando la Russia è basato sull'adenovirus umano ed è molto simile a quello cinese, già giunto alla fase 2 della sperimentazione. Fonti sanitarie russe, riportate da Bloomberg, sostengono che per avere una risposta immunitaria della durata di circa due anni sarebbero necessarie due dosi di vaccino.

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