Usa, per la prima volta un detenuto di Guantanamo racconta gli abusi nei 'Black Site' della Cia

«Più collaboravo, più mi torturavano. Pensavo che sarei morto»

Camp Delta di Guantanamo
Camp Delta di Guantanamo
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Venerdì 29 Ottobre 2021, 20:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 02:29

E' stato appeso nudo ad una trave del soffitto, tenuto sveglio per giorni con l'acqua ghiacciata, sottoposto a waterboarding, picchiato, costretto alla fame e abusato sessualmente. Sono alcune delle torture subite durante gli interrogatori da un detenuto di Guantanamo, il carcere antiterrorismo americano a Cuba. Per la prima volta un detenuto di Guantanamo, parla pubblicamente delle pratiche usate nei 'Black Site' della Cia dove, in violazione della normativa 'Habeas corpus' (contro le detenzioni arbitrarie) venivano condotti 'interrogatori avanzati', equiparabili appunto alla tortura. 

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A parlare è Majid Khan, ex residente dei sobborghi di Baltimora ingaggiato come corriere da al-Qaeda, durante un'udienza in cui i giurati devono decidere sulla sua condanna per crimini di guerra. Khan ha detto di essere stato appeso nudo ad una trave del soffitto per lunghi periodi, tenuto sveglio per giorni con l'acqua ghiacciata, sottoposto a waterboarding, picchiato, costretto alla fame e abusato sessualmente. «Più collaboravo, più mi torturavano. Pensavo che sarei morto», ha detto Khan, come riporta la Cbs, che ha trascorso circa tre anni nei 'Black Site' della Cia prima di essere portato a Guantanamo nel 2006.

Cittadino pachistano nato in Arabia Saudita, Khan è arrivato negli Stati Uniti con la sua famiglia negli anni '90 e gli è stato concesso asilo. Se condannato, il detenuto rischia dai 25 ai 40 anni di carcere ma sconterà molto meno grazie alla collaborazione con le autorità statunitensi. Con un patteggiamento la sentenza potrebbe essere ridotta a 11 anni, ma visto che è in prigione dal 2012, con uno sconto di pena potrebbe essere libero già dall'anno prossimo e trasferito in un altro Paese che non sia il Pakistan, di cui possiede la cittadinanza.

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