Guerra in Ucraina, Mosca: «Più armate Kiev, più avanziamo». Ma la Russia è in fase di stallo

Dalla Gran Bretagna missili con gittata di 80 km. La risposta sono le minacce a Kiev

Mosca: «Più armate Kiev, più avanziamo». Ma la Russia è in fase di stallo
Mosca: «Più armate Kiev, più avanziamo». Ma la Russia è in fase di stallo
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Lunedì 6 Giugno 2022, 06:31 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 09:17

Una squadra di tre uomini e 12 missili di precisione sparati in 40 secondi, con una gittata di 80 chilometri. Il lanciarazzi multiplo M270 Multiple Launch Rocket System (Mlrs), arma micidiale nel teatro della guerra russo-ucraina, è il “dono” che il premier britannico Boris Johnson, BoJo, ha promesso ieri al presidente ucraino Vladimir Zelensky, in linea con la decisione di Joe Biden di inviare analoghi sistemi d’arma.

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L’ANNUNCIO
Poche ore prima dell’annuncio del ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, missili cruise russi avevano colpito la periferia di Kiev per la prima volta da aprile. «Se cambia la tattica dei russi, cambia anche il nostro supporto all’Ucraina», è il laconico commento di Wallace. I sistemi missilistici multi-testata a medio-lungo raggio sono esattamente quello che Zelensky chiedeva all’Occidente contro la lenta avanzata dell’esercito di Putin nel Donbass e il continuo martellare di razzi e missili sulle città e cittadine ucraine. «Noi – ha twittato BoJo – non possiamo assistere inerti al fuoco dell’artiglieria russa a lungo raggio che spiana città e uccide civili.

Per questo doneremo alle forze armate ucraine sistemi missilistici multipli, per respingere efficacemente l’incessante aggressione». 

I militari di Kiev saranno addestrati in UK. Un linguaggio, quello dei britannici, in sintonia con gli Stati Uniti e l’Europa dell’Est (che acclama Johnson come «leader anti-Putin») ma diverso da quello del presidente francese Macron che ha chiesto di non «umiliare» la Russia e Putin. E diverso anche da quello della Santa Sede, che ieri ha fatto filtrare il tema della fine dei rifornimenti di armi all’Ucraina come cuore dell’incontro di giovedì tra Papa Francesco e la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. Ma dopo che perfino la Germania ha fornito mezzi corazzati anti-aerei a Kiev, è la Spagna a inviare (scrive “El Pais”) missili anti-aerei Shorad Aspide e tank Leopard A4. L’appoggio di Londra è a tutto campo. Include finanziamenti per le indagini della Corte penale internazionale contro i crimini di guerra (il cui presidente è britannico). In una telefonata con Zelensky, Johnson ha assicurato che farà pressione «sugli altri leader del G7» contro l’invasione, ribadendo «l’ammirazione per lo spirito nazionale del popolo ucraino di fronte alla brutalità russa». 

Preoccupa la sorte dei due mercenari britannici catturati dai russi: il processo comincia oggi e rischiano la pena di morte, perché non inquadrati in un esercito regolare e, quindi, teoricamente non coperti dalle convenzioni di Ginevra. Intanto, le autorità della Crimea occupata e annessa da Mosca hanno avviato una “russificazione” che passa per l’abolizione degli anglicismi: niente più parole come spoiler, gadget, selfie, podcast… Ben più energica è la risposta dei russi ai nuovi missili di medio-lunga gittata britannici promessi a Kiev. Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, manda un altolà. «Putin ha già spiegato che cosa accadrà se verranno fornite nuove armi. Posso solo dire che più lunga sarà la loro gittata, più lontano dal nostro territorio dovremo muovere la linea dalla quale i neonazisti potrebbero minacciare la Federazione russa». In pratica, maggiore sarà la penetrazione russa in territorio ucraino, sempre che l’armata russa ne sia in grado. Il capo della Commissione Difesa della Duma (Camera bassa del Parlamento russo), Andrej Kartapolov, dice che se armi più potenti arriveranno a Kiev, la Russia colpirà le infrastrutture di trasporto (i treni e l’aeroporto della capitale) e le sedi del governo ucraino, come il ministero della Difesa. Nel suo consueto messaggio, il presidente Zelensky ammette che la situazione a Severodonetsk, baluardo ucraino nel Lugansk, è «estremamente difficile, si combatte per strada, i nostri eroi resistono ma il nemico è più numeroso e potente».

I RUSSI
Dall’inizio della guerra, i russi secondo Zelensky hanno sparato 2503 missili e hanno continuato anche negli ultimi giorni su Mykolaiv nel Sud e sulla regione di Kharkiv a Nord. Per il generale Mikhail Mizintsev, capo del centro di controllo della Difesa nazionale russa, le unità ucraine «hanno perso fino al 90 per cento del personale a Severodonetsk». Gli ucraini, da parte loro, rivendicano di avere allontanato di 100 chilometri la flotta russa del Mar Nero da Odessa. Gli osservatori occidentali ritengono che i russi abbiano sbagliato (scrive l’Isw americano) a «concentrare tutte le risorse su una singola battaglia per guadagni limitati di territorio, così l’esercito ucraino ha mantenuto la flessibilità per condurre contrattacchi in altre zone dell’Ucraina, a Kherson ma anche nella stessa Severodonetsk, già il 20 per cento della città è stato riconquistato». La Russia ha intanto iniziato a consegnare all’Ucraina i corpi di decine di soldati morti nella difesa dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. I cadaveri dovranno essere identificati attraverso il dna. E nel Mar Baltico si fronteggiano gli schieramenti Nato e russo in una reciproca ostentazione di efficacia operativa attraverso esercitazioni previste ma che assumono ora tutt’altro significato. Da parte occidentale sono coinvolti 4mila militari, truppe d’assalto marittimo, più di 60 aerei e 40 navi, compresa la USS Kearsage, imponente nave d’assalto anfibia con a bordo 26 aerei da guerra e 2.400 tra marines e marinai.
 

 

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