Putin respinge l’Onu e avvisa i Paesi della Nato: «Niente intese senza Crimea e Donbass, pronti a rappresaglie»

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Ucraina diretta
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Martedì 26 Aprile 2022, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 06:47

Un incontro «difficile», quello che il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha avuto ieri con Vladimir Putin. Un colloquio che il presidente russo ha voluto mandare in diretta tv proprio per mostrare quanto il dialogo fosse chiaro e franco. Il rappresentante delle Nazioni Unite non ha usato giri di parole per condannare l’offensiva di Mosca in territorio ucraino e ha chiesto maggiore impegno per limitare le perdite civili. Anche se il capo del Cremlino ha tracciato una linea rossa per poter sperare nella pace: il riconoscimento di Crimea e Donbass.

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Putin respinge l’Onu e avvisa i Paesi Nato


«Quella in Ucraina è un’invasione, ma vengo qui con un approccio pragmatico - ha dichiarato Guterres -. Qualsiasi regola stabilita deve esserlo con il consenso della comunità internazionale e nel rispetto del diritto internazionale». Le richieste sono state prima di tutto il «cessate il fuoco e l’apertura di un tavolo delle trattative», ma anche «l’accesso in Ucraina alle organizzazioni umanitarie», a quelli che Guterres ha chiamato gruppi di “contatto umanitario”, per poter portare medicine e cibo. Nessuna disponibilità da parte del presidente russo: ha riproposto la narrativa che lo accompagna dall’inizio dell’offensiva, secondo la quale i militari di Mosca sono stati «costretti» a intervenire nelle aree russofone ucraine per mettere fine a un «genocidio» commesso da Kiev, e ha imposto le sue condizioni all’Onu: «Senza un accordo su Crimea e Donbass, una soluzione è impossibile». Per il resto ha negato qualsiasi responsabilità e crimine commesso sul territorio ucraino, a cominciare dalla strage di Bucha. «Una provocazione, l’esercito russo non c’entra», ha liquidato la cosa.

 


LE ACCUSE 


Ma la giornata di ieri non è stata soltanto la missione a Mosca del maggior rappresentante Onu, è stata anche uno scambio feroce di battute tra la Gran Brertagna e la Russia. Il governo britannico di Boris Johnson ha dichiarato «interamente legittima» la possibilità che l’Ucraina colpisca obiettivi sul suolo russo con le armi fornite dal Regno Unito. E il discorso non è piaciuto affatto a Mosca che ha alzato i toni ancora di più e dal profilo Facebook della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zacharova, ha assicurato di ritenere altrettanto legittimo prendere di mira «in profondità le linee di rifornimento» ucraino fin «dentro quei Paesi i quali trasferiscono all’Ucraina armi» che pure producono «morte e distruzione». «Vorremmo sottolineare che la diretta provocazione da parte di Londra del regime di Kiev a tali azioni - ha insistito il ministero della Difesa -, porterà immediatamente alla nostra risposta proporzionale. Le forze armate russe sono pronte a lanciare attacchi di rappresaglia con armi a lungo raggio di alta precisione contro i centri decisionali di Kiev».
Il capo del Cremlino ha esordito con toni morbidi con Guterres sottolineando che la Russia ha supportato e supporterà le Nazioni Unite.

Ma ai convenevoli si sono presto sostituite le rivendicazioni. E Putin ha deciso di rispolverare il paragone con il Kosovo nel quale, ha detto, la Nato decise di intervenire militarmente per far rispettare le richieste dell’ex regione serba. Oggi - ha detto - la Russia è stata «costretta a intervenire» militarmente nelle regioni orientali dell’Ucraina per garantire il rispetto della popolazione russofona che vive in quelle aree, anche se non ha specificato che nei territori è comunque massiccia la presenza di cittadini che guardano più a Occidente che a Mosca. 


Nel frattempo, la battaglia continua pesante sul campo. Sono almeno nove i civili uccisi nei bombardamenti russi che hanno colpito diverse zone dell’Ucraina orientale e meridionale. Tre civili sono morti sotto le macerie di un edificio colpito da un bombardamento nella città di Popasna, altre tre persone sono state uccise e sette ferite in un bombardamento a Kharkiv (est). E ancora almeno due civili sono stati uccisi e sei feriti nella regione di Donetsk mentre, nel sud, a Zaporizhzhia, due missili da crociera hanno volato a bassa quota sulla centrale provocando almeno un morto. «Il sorvolo di missili a bassa quota proprio sopra il sito, dove si trovano sette impianti nucleari, comporta rischi enormi. I missili - ha avvertito l’ad dell’operatore nucleare statale Energoatom, Petro Kotin - possono colpire uno o più impianti nucleari, è una minaccia di catastrofe nucleare e radioattiva per tutto il mondo».


GLI ATTACCHI


Le forze russe hanno lanciato in una sola giornata 35 attacchi aerei sull’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove hanno trovato rifugio anche civili, e alcuni di questi sono rimasti feriti, altri intrappolati tra le macerie, riporta Ukrinform. E a proposito della città martire, Guterres, durante l’incontro con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che ha preceduto quello con Putin, ha ripetuto quanto importante sia trovare una soluzione per i civili. Lavrov ha ribadito che per la Russia la situazione in Ucraina è «il risultato dell’espansione incontrollata della Nato» a est. E a conclusione dei colloqui, il segretario generale dell’Onu ha proposto «un gruppo di contatto umanitario con Russia e Ucraina perché i corridoi siano efficaci e rispettati», preoccupato soprattutto della situazione a Mariupol. Il capo della diplomazia di Mosca Lavrov ha risposto dicendo che Mosca è pronta a collaborare con le Nazioni Unite per aiutare i civili in Ucraina, assicurando che la Russia vorrebbe «una pace negoziata», ma «è Kiev a non volerla». «Zelensky - ha osservato - si è rimangiato quello che aveva chiesto la settimana prima e questo ci rattrista: la parte ucraina non è interessata ai negoziati». 


Sempre ieri le autorità di Kiev hanno comunicato di aver perso il controllo dell’intera regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale, dove l’esercito russo continua a prepararsi per finti referendum, stando a quanto riferisce il Comando operativo sud. Vengono bloccate le uscite dagli insediamenti, i russi si impossessano degli edifici del governo locale, abbassano le bandiere ucraine, raccolgono dati personali dei locali per fabbricare risultati delle votazioni. Ragione per cui tanti cittadini stanno cercando di lasciare quelle zone, dove ora è stato messo a capo del governo della Regione un ex sindaco filorusso, Volodymyr Saldo. «Sono entrati d’autorità nel mio ufficio - è il racconto del sindaco Igor Kolykhayev - E hanno apposto la loro bandiera».

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Intanto, il gruppo nazionalista del Donbass avrebbe colpito con missili di precisione 4 obiettivi militari ucraini: due sedi di produzione di equipaggiamento e hardware militare e due depositi di munizioni vicino a Kurulka e Novaya Dmitrovka nella regione di Kharkiv. Mentre un ponte sull’estuario vicino a Odessa è stato colpito da un attacco missilistico: un ponte stradale e ferroviario attraverso la foce del fiume Dniester nel sud-ovest dell’Ucraina è stato gravemente danneggiato da un’esplosione. Dopo le dichiarazioni di Lavrov sulla possibilità dello scoppio di una terza guerra mondiale, se l’Ucraina verrà aiutata dall’esterno, è intervenuta la Cina attraverso il ministero degli Esteri: «Nessuno vuole vedere scoppiare una terza guerra mondiale». E domani il segretario generale dell’Onu sarà a Kiev per incontrare il presidente Zelensky.
 

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