Orrore Mariupol, scoperti 200 cadaveri in un rifugio sotto un grattacielo

Orrore Mariupol, scoperti 200 cadaveri in un rifugio sotto un grattacielo
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Mercoledì 25 Maggio 2022, 07:33

L'orrore senza fine di Mariupol ieri, al novantesimo giorno di guerra, ha lasciato ancora sgomenti: nella città martire passata interamente in mani russe dopo la caduta dell'acciaieria Azovstal, circa 200 cadaveri sono stati trovati tra le macerie di un rifugio durante lo smantellamento dei blocchi di un grattacielo. A riferirlo è stato Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco legittimo. «Mariupol. Cimitero», ha scritto lapidario su Telegram, raccontando che i corpi rinvenuti si trovavano da diverso tempo sommersi dai detriti, visto lo stato di decomposizione, mentre un gran numero di morti è stato stipato dai russi in un obitorio improvvisato vicino alla metropolitana. L'elenco dei massacri si allunga anche nella regione di Kiev, dove secondo il capo del dipartimento della polizia regionale Andriy Nebytov sono più di 10 le fosse comuni scoperte finora, ben 8 delle quali a Bucha, dove c'erano anche le più grandi, con 40 e 57 corpi. In tutto, sono 418 i cadaveri rinvenuti nel sobborgo della capitale ucraina, più della metà di persone uccise da colpi d'arma da fuoco. «E purtroppo - ha chiosato - non si tratta di una cifra definitiva». Sul terreno la battaglia continua a infuriare nel Donbass, dove le forze russe si stanno concentrando sulla conquista dell'intera regione di Lugansk.
E mentre l'offensiva non si ferma i russi sono anche accusati di rubare il grando ucraino. Il ministro degli Esteri Kuleba chiede alla comunità internazionale di evitare di acquistare dalla Russia «il grano che ruba in Ucraina». Una pratica, questa dei furti di grano, che la Ue ha documentato.
Sul fronte diplomatico c'è da registrare la bocciatura del piano di pace italiano da parte dei russi. «Un piano messo insieme leggendo i giornali provinciali e sulla base delle fake news ucraine», ha detto l'ex presidente russo Dmitry Medvedev.

Di Maio ha replicato: «È la prova che non vogliono la trattativa».

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