Dopo 35 anni di ricerche a vuoto e l’arresto di un innocente, Steven Ray Hessler, autore di stupri e torture sessuali, è stato beccato grazie a una bolletta dell’acqua e incastrato definitivamente del dna lasciato sulla busta. L’uomo ora 59enne, è stato condannato a 650 anni di prigione per 19 reati contro 10 vittime compiuti tra il 1982 e il 1985. In quegli anni Hessler ha terrorizzato la contea di Shelby, nel Tennessee. Entrava nelle case di notte con una pistola o un coltello per cogliere di sorpresa le vittime che poi legava e violentava, riporta il Mirror. Sempre a volto coperto o indossando un cappotto extra large. In tre anni ha brutalmente aggredito 10 persone: una ragazza di 16 anni, sette donne e due uomini. Uno era un ex marine che ha ammanettato, legato e picchiato con una pistola, lasciandolo in coma per mesi.
Leggi anche > Anna Maria uccide il marito e nasconde il corpo in camera da letto
Secondo quanto ricostruito l’uomo per decenni è sfuggito alla polizia perché riusciva sempre a “ripulire” le scene dei crimini, portando via ogni singolo oggetto che aveva toccato.
Hessler non è stato collegato a nessuno dei crimini compiuti nella contea di Shelby fino a quando il dna dell'ultima violenza nel 1985, non è stato inviato a un laboratorio specializzato nel risolvere i casi freddi. Nel 2020 infatti gli investigatori hanno citato in giudizio una società di servizi pubblici per esaminare una sua bolletta dell’acqua. Un ulteriore campione biologico ha confermato il collegamento. Quando gli investigatori hanno perquisito la sua casa il 17 agosto 2020, esattamente 35 anni dopo l’ultima aggressione, hanno trovato altre prove schiaccianti: fotografie rubate a una vittima, manette e cappotti con passamontagna nelle tasche. Hessler ha intenzione di appellarsi contro la condanna, ha detto il suo avvocato, Bryan L. Cook aggiungendo che diversi sospettati sono stati esclusi dalla prova del dna.